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La Repubblica / Affari&finanza

Un farmaco combatterà l’alcolismo ... Una serie di studi presso l’Università di Camerino con il finanziamento dell’americana Eli Lilly... Una pasticca per smettere di bere: sembra un miracolo invece è realtà. Per di più, lo stesso farmaco combatterebbe anche il vizio del fumo e addirittura la depressione. Il nuovo promettente preparato si chiama MTIP (per ora porta solo il suo nome di laboratorio), e sarà un prodotto italiano: la scoperta è nata infatti dalla collaborazione tra l’Università di Camerino e la casa farmaceutica americana Eli Lilly, sotto la supervisione dell’americano National Institute of Health (NIH). Un farmaco potenzialmente rivoluzionario, in fase di avanzata ricerca, che potrebbe essere messo in commercio nel giro di pochi anni, sempre se le tre fasi della sperimentazione sull’uomo (fino ad oggi è stato sperimentato solo sui topi) daranno esiti positivi. Ad aprire la strada alla nuova molecola, un gruppo di ricercatori del dipartimento di Medicina sperimentale e sanità pubblica dell’Università di Camerino, guidati dal professor Roberto Ciccocioppo, che ha scoperto che la predisposizione all’alcolismo e la recidività nell’abuso di alcune sostanze sono causati da una modificazione genica. “È una scoperta che potrebbe finalmente modificare l’approccio medico all’alcolismo e all’abuso di alcune droghe - spiega Ciccocioppo - riconoscendole non più come vizi ma come vere malattie. Proprio di questo si tratta infatti, perché l’alcol in quantità massicce e la droga modificano le funzioni neurologiche di un individuo, e si configurano come malattie mentali”.
La ricerca dell’Università di Camerino si è basata sulla selezione di famiglie di ratti che consumano elevatissime quantità di alcol (pari a sei o sette bottiglie di vino per un uomo di corporatura media), nelle quali è stata riscontrata una mutazione genica. Lo stesso tipo di mutazione che altri ricercatori, in Germania, hanno riscontrato in alcuni casi di alcolismo. Incrociando i dati, i ricercatori di Camerino hanno deciso di avviare in collaborazione con il NIH, la sperimentazione di una molecola di proprietà della società americana Eli Lilly, riuscendo a dimostrare che il farmaco riduce il consumo giornaliero di alcol e il rischio di ricadute nei ratti. In sostanza il farmaco interverrà a livello neuronale riducendo il desiderio di bere, anche nei casi di stress in cui il ricorso all’alcol è più facile. Una pillola quasi miracolosa e un affare da diverse centinaia di milioni di euro per la società farmaceutica che la metterà in produzione, dalla quale però i ricercatori dell’Università di Camerino ricaveranno solo fama e meriti accademici.
“Non può essere altrimenti considerando che la molecola che stiamo sperimentando non è di nostra proprietà”. Del resto in Italia la collaborazione con aziende private è piuttosto ridotta, e non è un mistero che viviamo in una cronica carenza di finanziamenti per la ricerca. La notorietà però promette anche alcuni vantaggi indiretti, come una maggiore facilità nell’ottenere fondi esteri per le nostre ricerche. È con quelli che andiamo avanti, perché del milione di euro circa che in poco più di quattro anni sono riuscito a ottenere per le ricerche del mio gruppo, solo centomila euro vengono dall’Italia mentre tutto il rimanente viene da progetti dell’Unione europea e degli Stati Uniti.

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