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La Repubblica / Affari&finanza

Il software entra in cantina ... Negli Usa hanno già iniziato a prendere piede, ma entro il prossimo anno arriveranno anche in Europa. Sono i nuovi software per la gestione della cantina di vini, molti dei quali funzionano online. Un business di nicchia? Viene da pensarlo se si guarda all’Italia, dove, nonostante il nostro primato nella produzione ed esportazione di vini di qualità è ancora poco diffusa la cultura del vino, ovvero tutto quanto ruota attorno all’acquisto, alla conservazione e al consumo di etichette di qualità.
In Francia è tutto l’opposto. Il paese che ha inventato il marketing del vino, il vino è oggetto di culto anche tra le persone con disponibilità economica bassa. Pur di far posto al frigo dei vini, magari anche di sole 12 bottiglie, anche negli appartamenti più piccoli le famiglie trovano sempre un piccolo angolo, magari nella cameretta dei figli, in corridoio. Negli Usa c’è boom. Ma il fenomeno presenta due facce: da una parte il collezionismo di etichette supercostose da parte di miliardari appassionati di ottime etichette. Dall’altra c’è la moda del trading di bottiglie online, che ora impazza su eBay anche in Europa per fasce sempre più consistenti di consumatori hanno iniziato a sviluppare l’attenzione verso i marchi, le annate, le etichette, ma si accontentano di bottiglie più accessibili. La caccia ad accaparrarsi bottiglie spesso si traduce nell’accatastamento di bottiglie, difficili da gestire. La cosa più difficile è, per esempio, sapere bere un vino senza rischiare di farlo decadere. Facile che succeda per vini che hanno al massimo 510 anni di longevità. Insomma, ci vuole una contabilità. Come nelle enoteche o nei ristoranti, molti dei quali già utilizzano Excel.
Oggi sono diventate uno dei target presi di mira dalle società che hanno inventato sistemi di gestione su misura. Vintrust, con sede a San Francisco, ha già 2.500 clienti con una media di 800 bottiglie a testa. Nel 2008 conta di sbarcare in Europa. Per usarlo non si deve scaricare un software, ma con un account si accede da ogni computer a un sistema di gestione personale localizzato in una memoria centralizzata. Installa suoi propri monitor, invece, eSommelier, e i clienti possono crearsi database con un software premontato attraverso touchscreen. Sistemi spesso realizzati da tecnici, che magari non sono sempre grandi conoscitori di vini e territorio. Decanter, bibbia del settore, ha comprato e testato alcuni di questi programmi.
Unckorked Cellar, per esempio, è pieno di errori di scrittura, tipo Aslace invece di Alsace, o, peggio ancora, fa confusione tra Bordeaux e Languedoc. AvosVins sbaglia la classificazione dei vini. Certo, la maggior parte delle applicazioni più economiche, attorno ai 40 dollari, è ancora in via di perfezionamento. Il top è eSommelier, che parte dai 5.000 dollari. Decanter non l’ha testato, per motivi di logistica e di prezzo. Ma lo ritiene “promettente”.

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