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La Repubblica / Affari&finanza

Campari “promossa” anche se è scesa al listino ... Ubs e Santander alzano contemporaneamente il rating a “buy” ma per Lehman Brothers è “equalweight”... Travolti dalla caduta generale dei mercati i titoli Campari incontra­no però i favori degli analisti. In un report del 21 gennaio, gli analisti di Ubs hanno alzato il giudizio sul pro­duttore di alcolici da neutral a buy per­ché pensano che dopo il debole anda­mento nel 2007 (-21 per cento rispetto al settore), il titolo “offra una buona opportunità d’acquisto”. A questi prezzi Campari tratta 12,8 volte gli uti­li 2008 e 11,6 quelli del 2009, con uno sconto del 17 per cento rispetto alla media del settore.

Gli analisti della banca svizzera ri­tengono che l’attività rimanga soste­nuta e evidenziano il carattere difensi­vo del modello di business. Inoltre si aspettano che migliorerà la fiducia del­la comunità finanziaria nei confronti del nuovo amministratore delegato Bob Kunze-Concewitz e che i risultati dell’ultimo trimestre 2007 evidenzino una maggiore stabilità dei marchi Campari e Skyy. Non solo: gli analisti credono che Campari beneficerà di nuovi accordi di distribuzione con Remy Cointreau e che potrebbe conti­nuare la campagna di acquisizioni.

Il target di prezzo del titolo è stato però tagliato da 8,20 a 7,40 euro, per te­nere conto della fine di contratti di di­stribuzione negli Usa e dell’effetto cambio, con un potenziale rialzo del 35 circa rispetto ai corsi correnti.

Un’altra promozione del titolo è arrivata da Santander che il 17 Gennaio scorso ha alzato il giudizio da sell a buy, con target di prezzo a 6,4 euro (po­tenziale upside del 16 per cento circa). “Riteniamo che i multipli attuali (8,6x rispetto all’ebitda 2008 contro una me­dia del settore di 12,lx) stiano scontando più del dovuto uno scenario di margini piatti o lievemente in calo”, scrivono gli analisti in una nota. Secondo i loro calco­li, il titolo dovrebbe invece trattare 9,5 volte l’ebitda 2008, pari a uno sconto del 22 per cento rispetto al big del settore Diageo e in linea con l’ameri­cana Costellation Brands che ha tassi di crescita degli utili e dei margini simili a quelli di Campari. Gli analisti sottolineano inoltre che l’attività “core” è in parte difensiva (buona cosa in tempi di volatilità dei mercati), che i vertici sono dei professionisti, che è previsto un forte incremento dei margini operativi nei pros­simi anni e una stabile generazione di cassa.

Fuori dal coro gli analisti di Lehman Brothers che hanno tagliato il giudizio del titolo da overweight a equalweight nonostante sostengano che in tempi di recessione le bevande alcoliche e superalcoliche vadano meglio della birra. Secondo gli analisti, che hanno tagliato il target price del titolo da 8 a 6,7 euro, il rallentamento dei consumi negli Stati Uniti influenzerà l’andamento di Campari.

Anche le dimensioni del gruppo fanno la differenza: si aspettano che nei prossimi tre anni Campari dovrebbe registrare una crescita dell’utile operativo del 4 per cento rispetto all’8 per cento di Diageo e al 10 per cento di Pernod.

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