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La Repubblica / Affari&finanza

Cinque distretti agroalimentari, la nuova legge premia la qualità A quelli dei fiori, del vino (2), del riso, degli orti se ne aggiungerà uno della frutta...Il Piemonte è la prima regione d’Italia che si è dotata di una legge sui distretti agroalimentari di qualità. Approvata nel giugno scorso dal Consiglio Regionale la nuova normativa introduce criteri più omogenei e flessibili per individuare e gestire le realtà territoriali, caratterizzate da una forte vocazione rurale. I distretti agroalimentari di qualità sono sistemi produttivi consolidati intorno a Uno o più prodotti di riferimento, caratterizzanti e di significativa valenza economica e che comprendono produzioni certificate o di prossimo riconoscimento in base alla normativa comnitaria. Sono cinque i distretti già costituiti, mentre uno sta per nascere Sono già in campo il Distretto dei Fiori, esteso nelle province di Biella, Novara e nel Verbano-Cusio-Ossola che sfrutta la sinergia di produzioni differenti per una maggiore competitività commerciale. Il distretto è particolarmente attento anche alla difesa del paesaggio. Gli attuali distretti dei Vini (due, quello del Sud Piemonte che comprende Langhe, Roero e Monferrato e quello del Nord su cui insistono il Canavese, le Coste della Sesia e le Colline Novaresi) convergeranno in un’unica entità territoriale che avrà sede a Torino. La legge prevede per che, prima dell’unificazione, i due distretti attuali mantengano una gestione separata provvisoria fino all’esaurimento dei programmi già stabiliti. Il Distretto del riso del Piemonte è esteso nelle province di Vercelli, Alessandria, Biella e Novara. E’ stato individuato per i vantaggi competitivi naturali della zona. Il Distretto del Settore Orticolo è situato nella provincia di Alessandria, che si caratterizza per la produzione di verdure e patate, ricca di numerose certificazioni (PAT, DOP, certificazioni di qualità) e di una forte identità di filiera. Sarà istituito infine il Distretto della Frutta fresca, che avrà come capofila Cuneo ma sarà esteso anche ad altre zone: “Perché il concetto di distretto - spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Mino Taricco - non richiede necessariamente la continuità territoriale, ma comprende anche realtà diverse con produzioni simili: per la frutta, ad esempio, Saluzzese e Pinerolese, ma anche il Roero, la zona di Volpedo e così via”. “Con questa nuova legge aggiunge abbiamo voluto introdurre un diverso modo di fare sistema sul territorio e una diversa modalità per la sua gestione, potremmo dire un nuovo approccio culturale, che non si limiti a distribuire risorse, ma punti a integrare gli attori della filiera, dalla produzione alla commercializzazione alla promozione, a coordinare le iniziative, a favorire la partecipazione di tutte le forze sociali ed economiche per uno sviluppo del territorio nel suo complesso. La normativa mira anche a regolare settori sinora frammentati e, nello stesso tempo, a prevedere elementi di flessibilità che consentano un costante adeguamento al mercato. Questo nuovo modello organizzativo e progettuale, che è in linea con gli orientamenti nazionali e comunitari, crediamo possa costituire un fattore importante di crescita, di sviluppo sostenibile, un motore per la competitività dei nostri territori”. Il ruolo di capofila per l’individuazione dei nuovi distretti è affidato alle Province, che dovranno per garantire il coinvolgimento dei soggetti sociali, economici e culturali del territorio, e le cui proposte dovranno essere approvate dalla Giunta regionale. il governo di Distretto è basato sul parternariato tra pubblico e privato: ma saranno i singoli enti a decidere quale forma scegliere (associazione, cooperativa, Srl, Spa o altro).

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