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La Repubblica / Affari&finanza

La Bocconi fa scuola di mensa vip ... Il caso... Ai pranzi di lavoro ci trovi Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea, e le più alte cariche delle istituzioni e dell’imprenditoria internazionali. Con sei salette riservate, una sala gruppi e il ristorante à la carte è uno dei più esclusivi ritrovi della business community milanese: non è una lounge stellata, ma la mensa “top” dell’Università Bocconi che come tante business school e multinazionali statunitensi ha deciso di affiancare alla mensa base tradizionale un locale alto di gamma, aperto anche agli esterni. “Cambiamo il menu ogni mese e mezzo, con prodotti di stagione e freschissimi, tutti piatti della tradizione italiana ma assolutamente poco elaborati, studiati apposta per piacere senza appesantire, quello che ci vuole per chi ha una giornata di lavoro e incontri impegnativi. E con lo stesso principio la carta dei vini ha un’ampia offerta “a calice””, racconta Giorgio Garau, direttore della ristorazione, approdato in Bocconi da tre anni e mezzo, dopo diverse esperienze, compreso il prestigioso Four Seasons Hotel. La business school milanese ha affidato la gestione alla società Onama, che fa capo al gruppo Compass, uno dei big mondiali della ristorazione, che gestisce tra l’altro la mense della Fiat e quella della Camera e del Senato. Aperto solo a pranzo, ma su prenotazione anche la sera, è tra i primi a sposare l’ultima moda che arriva d’Oltreoceano, dove gli intellettuali si ritrovano in questi locali, alternativi ma di gusto. E dove anche il conto è senza fronzoli.

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