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La Repubblica / Affari&finanza

Madonna Nera, dalla tavola del G8 agli Usa battesimo top per il supertuscan di Carlo Ferrini ... Era uscito sul mercato in sordina, l’anno scorso. Quest’anno, l’esordio su un palcoscenico d’eccezione, il G8. Tra le bollicine Ferrari, il Barolo di Giacosa e gli altri blasonati d’Italia richiamati dalla stampa, sulle tavolate dei grandi del mondo è finito, in punta di piedi, anche Madonna Nera, l’ultima creatura di Carlo Ferrini, l’enologo più famoso del mondo secondo il magazine americano Wine Enthusiast. Un supertuscan, blend di Sangiovese, 60%, Merlot, 30% e 10% di Cabernet in edizione limitata, non più di 7.000 bottiglie l’anno, una nicchia di alta gamma per palati esigenti a caccia di etichette rare.
Due ettari a sudest di Montalcino, tenuta Madonna Nera ha una cantina in miniatura che è uno spettacolo, tra tradizione e moderna tecnologia. Botti grandi, da 5 ettolitri, e un sistema per montaggi e follature. L’affinamento è per metà in legno usato e meno del 40% in quello nuovo. Il risultato: un vino di struttura, di buon colore, grande equilibrio, ma soprattutto elegante.
E’ la cifra di Ferrini che firma bottiglie dal Trentino alla Sicilia, al top dei punteggi di Wine Spectator come delle Guide Italiane. Dall’Oreno e Crognolo della Tenuta Sette Ponti, al Brunello e i supertuscan di Donatella Cinelli Colombini, fino al Pollenza del petroliere Aldo Brachetti Peretti. Due inverni fa, infine, il debutto sul mercato con la griffe del lusso, Cavalli: per la tenuta di Tommaso, figlio di Roberto, ha firmato il vino prodotto con il marchio Cavalli, bottiglie da collezione, vendute in cofanetti con i tessuti e il design della maison che cambiano a ogni annata.
Ma l’ultima sfida ha il sapore dell’amicizia: “Ci lavoro da cinque anni, per gioco, in una cantina piccola ma dove vogliamo fare un grande vino”, racconta Carlo Ferrini. Porsenna, questo il nome dell’azienda che distribuisce anche il vino, è di proprietà di un alto dirigente di un gruppo di punta dell’economia italiana. E’ lui che ha disegnato l’etichetta della borgognotta, la bottiglia con le spalle scese e il collo lungo, di Madonna Nera. Ma non vuole assolutamente che si conosca il suo nome. Come dire: il vino è figlio di Ferrini. E questo basta.

Poche bottiglie, già andate a ruba su un mercato grande, gli States. Grazie anche all’ottimo rapporto qualità prezzo: Madonna Nera esce infatti dalla cantina a 11 euro. Un prezzo decisamente basso, che con tutti i ricarichi, riesce comunque a tenere testa alla crisi che negli Usa ha dato vita a una nuova tendenza: il boom del vino sfuso. A dirlo una nota dell’Iwfi, Italian Wine & Food Institute di New York. L’istituto, presieduto da Lucio Caputo, rileva che i dati di maggio confermano il trend dei primi quattro mesi 2009: aumenta la quantità di vino importato (22%), ma si riduce il valore (14%), con i consumatori americani che continuano a privilegiare vini di prezzo più basso che in passato, in particolare non imbottigliato. In questo scenario hanno rafforzato la loro posizione Cile, Argentina e Nuova Zelanda, con aumenti tra il 20% ed il 134%. Mentre i Paesi europei perdono quota, sia in quantità che in valore.

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