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La Repubblica / Affari&finanza

Londra premia gli “enfant terrible” dell’enologia ... Il primo Vinitaly, con i bicchieri di casa, è ormai un ricordo per la famiglia Ferrari. Betta, biologa vocata al giardinaggio e alla gestione d’azienda, e Gabriele, avvocato prestato alla vigna e agli ulivi, partiti dal nulla hanno scalato i posti d’onore delle guide: da Duemila Vini dell’Ais al Gambero Rosso ai I Vini d’Italia 2010 dell’Espresso, che quest’anno li ha promossi all’eccellenza.
E’ la svolta decisiva, inferta da Filippo Ferrari, il figlio enologo, l’enfant terrible della viticoltura italiana, capace di rivoltare schemi e convenzioni e di ritagliarsi un posto di primo piano in due delle competizioni più prestigiose al mondo: il Decanter World Wine Awards, organizzato dalla rivista Decanter, e l’International Wine Challenge.
In un mercato standardizzato, quelli di Fattoria delle Sorgenti, il nome della cantina, sono vini capaci di stupire, innovativi ma senza violentare l’uva, frutto del lavoro in vigna e non di creatività esasperata in cantina.
Vini eleganti, ma dove la terra la fa da padrona, con sentori indomiti di humus e natura. A cominciare dal bianco, Sghiràs, blend di Chardonnay e Sauvignon, con un corpo e una possenza inaspettati per un toscano, e una base di fresca mineralità che lo sostiene nel tempo. E via con la carrellata di rossi, dall’Infinito, Chianti dei Colli fiorentini, fino al top, il supertuscan Scirus, blend di Cabernet Sauvignon e Merlot.

In fondo a via Docciola, a Vallina, frazione di Borgo a Ripoli, alle porte di Firenze, si apre uno château di charme in miniatura: quattro camere che sono diventate uno snodo internazionale, via vai di buyer e turisti stranieri, richiamati dai wine tour in jeep, ideati da Cristian Giorni, l’anima comunicativa dell’azienda. Nuovo è anche il modello di business: un progetto di produzione e comunicazione in sinergia con altre cantine, Tenuta Belvedere di Rignano sull’Arno (Fi) e la Tenuta Lenzini, Lucca, per aumentare la competitività in network. Ora, la nuova sfida: il passaggio definitivo alla tecnica biodinamica pura.

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