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La Repubblica Delle Donne

Riesling a oriente ... Sembra uno chàteau francese. E’ una celebre cantina con, oggi, un museo del vino/Made in China... Tutti quelli che hanno sempre creduto che il vino, in Cina, fosse una specie di sciroppo alcolico dolciastro il cui rapporto di parentela con un grappolo d’uva va ben al di là dei sette gradi di separazione che secondo alcune teorie, rendono cugini tutti gli abitanti della Terra, hanno ragione. Pero c’è almeno un’eccezione, e si trova a Yantai, capitale dello Shandong, una delle poche province cinesi che può vantare quattro stagioni, un cielo quasi pulito dove, a tratti, si riesce a intravedere l’azzurro, e un clima favorevole alle coltivazioni. Qui opera (dal 1892) la Changyu. la prima e più importante distilleria del Paese, che, a sorpresa, sforna prodotti vinicoli di tutto rispetto e nei decenni ha conquistato più di una medaglia d’oro alle fiere internazionali: nel 1915, alla Panama Pacific International Exposition. furono quattro, per un brandy, un rosso, un Rieslinge un vermouth (tuttora i cavalli di battaglia dell’azienda). La storia della Changyu, esempio, come recita una placca all’ingresso del quartier generale, di “promozione e sviluppo dello spinto patriottico delle industrie nazionali nei tempi moderni e modello di sintesi della cultura orientale
con quella occidentale”, è costellata di successi: nel 1956, dopo aver letto il bilancio della società, Mao Zedong diede istruzioni affinché in tutto il Paese “si compissero grandi sforzi per sviluppare le coltivazioni d’uva e la produzione di vino: fate che il popolo beva più vino’’. Nel 2002, il 110° anniversario della fondazione, la Changyu ha inaugurato a Yantai il notevole Museo della cultura del vino, ospitato in un’ala della sede storica (nel frattempo, a ridosso dei suoi vigneti alla periferia della città, la società ne ha costruita una nuova, perfetta riproduzione di uno chàteau francese, e unico nel suo genere in Cina). Per cinque euro, il visitatore ha accesso al sancta sanctorum della produzione vinicola cinese, dove un’esposizione ben congegnata di diorami, plastici, foto d’inizio secolo, oggetti d’epoca, l’immancabile statua di Bacco e una collezione di bottiglie rare, racconta l’epopea del vino nel Celeste Impero. La visita termina nella cantina, un gigantesco labirinto di pietra iniziato nel 1894. crollato due volte per le infiltrazioni di acqua salmastra (Yantai è sul mare), e completato 11 anni dopo con una tecnica che lo rende - è sempre la Changyu a parlare - “un miracolo nella storia dell’architettura”. Qui i sommelier impeccabilmente vestiti vi guidano a una degustazione dei prodotti dell’azienda, che, a sorpresa, sono tutt’altro che deludenti, e che potete comprare nel fornitissimo negozio: per i più esigenti, e disposti a spendere un piccolo capitale, c’è anche il brandy XO in una terrificante bottiglia a forma, Dio solo sa perchè, di sassofono. Sarà l’integrazione con la cultura occidentale.

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