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La Repubblica / Salute

Le "colpe" di famiglia, branco e tv ... Il primo bicchiere appena fuori dalle elementari. Preoccupa il primato italiano: in Europa, l'età media dell'esordio è di 14 anni e mezzo. Poi l'abitudine all'assunzione aumenta, per numero di bevute e dose, alle medie superiori e all'università. Le femmine hanno raggiunto i maschi. "Il problema è grosso", dice Carmela Loguercio, gastroenterologa alla II Università di Napoli, "ma come tutto ciò che non fa piacere vedere, si rimuove. Sono infatti i genitori a comprare i soft-drink, (tra cui gli alcopop, a basso contenuto di alcol), che il 20% dei ragazzini beve a merenda. Un miscuglio di alcol ben camuffato da zuccheri e additivi". Vanno forte rum, vodka e frutta. Il tutto mentre una legge proibisce il consumo di alcol fino ai 18 anni. Bere fa tendenza, fa "grandi", disinibisce e facilita la relazione con l'altro.
"Si fa anche prima di arrivare in discoteca", afferma Loguercio, "chi può va in enoteca. Vogliono sballare, e visto che manca l'educazione al bere, sballano davvero usando nel contempo viagra e altre droghe. La tv, poi, non aiuta. Un campione come Valentino Rossi ha fatto una pubblicità alla birra". Non bisogna demonizzare, dicono gli specialisti. "La bevuta è un rito d'iniziazione del branco", sottolinea Luigi Janiri, responsabile del day hospital per l'alcolismo al "Gemelli" di Roma, "e dei ragazzi che bevono arriva alla dipendenza solo una parte .Di solito, sono giovani con problemi seri: traumi, violenze, alcolismo in famiglia. Di rado un ragazzo arriva da solo a un centro di recupero come il nostro dove si fa diagnosi, si disintossica e si riabilita. Quando arriva però è un momento importante. Significa che al 95% c'è consapevolezza e voglia di uscirne. Noi dobbiamo far leva, penetrare quella piccola parte che sfugge, quell'altro di lui che rappresenta il rischio e lo induce a ricadere". Come tenerli agganciati? "L'unico modo, quello che funziona di più, è il condizionamento negativo", commenta Janiri. "Vale a dire, "l'alcol fa male, prima o poi distrugge e isola". A questo devono seguire i premi e, una volta fuori, un buon programma terapeutico e di vita".

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