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La Repubblica / Salute

Alcol e guida, l’etilometro mancante ... Italia: 5.500 morti all’anno, la metà per alcol. Sono omicidi personali e “di stato”. Già diversi anni fa, Francia, Inghilterra, Germania e altri paesi hanno fatto una scelta drastica: 4-5-6 milioni di controlli all’anno con etilometri, per misurare la positività all’alcol. Chi aveva bevuto più di un paio di bicchieri e dunque superava il limite consentito (0.5), sapeva di correre un rischio altissimo di essere fermato e sanzionato. Così, i comportamenti sono cambiati: la massa sta attenta a non bere se guida (o a ridurre i drink). Risultato: la Gran Bretagna, che ha cominciato prima, ha ridotto i morti del 48%, la Francia del 43.
Fino all’anno scorso, i controlli in Italia erano 200.000: praticamente zero, la probabilità di essere fermati e “testati” era infinitesimale. Ora, i controlli di tipo cartaceo e visivo (patente, libretto, assicurazione...) sono invece 3,9 milioni. Qualunque guidatore - in genere - sta bene attento ad avere in regola le cose più importanti. Dopo la patente a punti, il rischio è troppo concreto. Dunque la soluzione ovvia sarebbe il test contestualmente alle carte. Ma perché le Forze dell’ordine per decenni non hanno potuto fare milioni di controlli con l’etilometro? La risposta è sconcertante. In tutto il paese, per i 334.000 uomini delle Forze dell’ordine, più le decine di migliaia di agenti delle Polizie municipali, gli etilometri erano soltanto 900, di cui 300 fuori uso o in revisione. Dunque, solo una pattuglia su 20 li aveva a disposizione. La supermacchina (somiglia a una vecchia radio da campo militare) costa diverse migliaia di euro. Nulla impedisce di usare etilometri digitali (tascabili, pratici) di nuova generazione: prezzo, 25-50 euro, acquistabili anche su internet. Danno un’indicazione di massima, e, se il guidatore non concilia, lo si può accompagnare in ospedale per esami superaccurati.
Gli 8.000 comuni italiani non sono innocenti: hanno comprato di tasca loro migliaia di autovelox, con cui raccolgono centinaia di milioni di euro di multe (un paesino della Toscana da solo è arrivato a 6 milioni). Potrebbero acquistare di tasca loro gli etilometri. Con le multe, gli etilometri si pagano facilmente. Inoltre, va fatto un calcolo anche sui costi sanitari, sociali e assicurativi (tra l’altro, ogni anno, 15.000 invalidi): 34 miliardi di euro ogni anno (cifre Aci-Censis). Una diminuzione anche solo del 10% degli incidenti fa risparmiare allo stato 3.4 miliardi di euro.
L’anno scorso, all’inizio di una primavera in cui, sulla scia di una serie terrificante di stragi, per la prima volta i media hanno messo la questione al centro, i ministri Amato e Bianchi decidono di portare i controlli a un milione. Il piano è sbagliato: i controlli della nuova fase devono essere come minimo 3 milioni per farsi vedere e sentire, suscitare l’effetto psicologico di allarme, e ottenere una forte diminuzione di morti. Facendo i controlli anche all’uscita di ristoranti e bar e discoteche prima che i guidatori ripartano. Dopo decenni di allegra e criminale impunità, l’italiano al volante deve essere un po’ terrorizzato. A quel punto sarà il primo ad autoregolarsi, per non perdere la patente e per non pagare multe salatissime (fino a 6.000 euro). Il problema non è fare milioni di multe ma ottenere che i guidatori, spaventati dai controlli, diventino più attenti e quindi si riducano gli incidenti. In Spagna, nella settimana per la sicurezza stradale, sono stati effettuati 200.000 controlli.
Con l’impulso governativo, da noi lo sforzo c’è stato: da parte però di uomini senza lo strumento. Alla fine del 2007 i controlli erano arrivati a 800.000. Ma per dodici mesi il ministero dei Trasporti pasticcia con l’acquisizione delle nuove macchine. Solo il 14 marzo 2008, riesce a perfezionare l’acquisto di 948 etilometri e 2.289 strumenti di test rapido (i cosidetti “precursori”). Ma di fatto non sono ancora arrivati.
Le cifre provvisorie danno forse un 8% di morti in meno. Purtroppo le statistiche definitive danno risultati meno brillanti.

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