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La Repubblica / Salute

Dolci e vini i tipici più amati ... Quali sono i dolci tipici preferiti? E i vini? La risposta viene da questa indagine, realizzata intervistando i cittadini di Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Campania e Sicilia.

Lombardia: i dolci

I lombardi mettono in testa la Torta paradiso, con il 42,4% di preferenza, e la Torta sbrisolona, 31,5% di preferenze. Solo l’11,5% non ama consumare i dolci tipici della propria regione. Le donne più degli uomini, e gli individui con meno di 35 anni, tendono a preferire la Torta paradiso. Inoltre il 32,4% dei consumatori consumare molto spesso o abbastanza spesso, a casa, i dolci tipici. Più nel dettaglio il 6,0% ha dichiarato di consumarli molto spesso, ossia da una a due volte a settimana, e il 26,4% abbastanza spesso, ossia dalle due alle tre volte al mese. Piuttosto contenuto è risultato il consumo fuori casa (bar, ristorante, ecc.)

Lombardia: i vini

Sono stati considerati il Franciacorta, l’Oltrepò. Il Franciacorta è il preferito, con il 37,6% dei consensi. Ma il 35,0% dice di non amare i vini tipici della propria regione. La frequenza di consumo è risultata abbastanza sostenuta: il 18,0% li beve a casa molto spesso (almeno due volte a settimana) e il 22,0% abbastanza spesso (almeno due o tre volte al mese). Le due percentuali sommate insieme restituiscono il 40,0% degli intervistati. La percentuale fuori casa è risultata più bassa di un poco meno di un terzo: pari al 27,7% (somma dei valori molto spesso più abbastanza spesso).
La preferenza è più accentuata tra gli uomini e tra le persone di età inferiore ai 35 anni, anche se per quanto concerne la frequenza di consumo, questa è risultata più accentuata presso gli over 45 anni.

Emilia Romagna: I dolci

I dolci tipici dell’Emilia Romagna preferiti dagli abitanti di questa regione sono risultati la torta di riso (40,9%) dei rispondenti e la torta sbrisolona (29,5%). Quest’ultima piace di più ai maschi, ai più giovani (meno di 35 anni), mentre la torta di riso è più amata dalle donne di tutte le fasce di età. Il consumo a casa i dolci tipici risulta bassa: il 5,5% lo fa molto spesso (due volte alla settimana), il 15,0% abbastanza spesso (due/tre volte al mese). Quasi il 20% del campione non mangia dolci tipici.

Emilia Romagna: i vini

Il Lambrusco batte tutti, con il 36,1% di preferenze, seguito dal Sangiovese, con il 33,3%. Però il 22,0% non beve vini regionali. Il vino tipico è apprezzato dagli uomini in misura leggermente superiore alle donne, dai giovani con meno di 35 anni e dalle persone di oltre 55 anni. Il 37,1% degli intervistati dice di berli a casa molto spesso (almeno due volte alla settimana), ed il 18,6% abbastanza spesso (due/tre volte al mese): sommando si arriva al 55,7 per cento. Fuori casa il consumo è più contenuto, bevendoli molto spesso il 14,1% degli intervistati, e abbastanza spesso il 25,4% .

Lazio: i dolci

La star è la crostata di ricotta, preferita dal 51,9% degli intervistati (in prevalenza donne di oltre 35 anni); molto distaccato il maritozzo con il 22,6%. A casa i dolci tipici li mangia molto spesso,(due volte alla settimana) solo il 3,5% e abbastanza spesso il 24,2% ha dichiarato di consumarli abbastanza spesso.
Un laziale su dieci non mangia i dolci tipici della propria regione. Colpisce la frequenza bassissima del consumo tra i giovanissimi con meno di 24 anni e tra i giovani con meno di 34 anni.

Lazio: i vini

Sono stati considerati come tipici il vino Est! Est! Est!, il Frascati e gli altri vini dei Castelli romani. In questa regione, tra quelle considerate nella presente ricerca, Sicilia, Campania, Lombardia ed Emilia Romagna, si beve meno vino tipico: al 40% circa degli intervistati non piace il vino del Lazio, a fronte di percentuali significative più elevate riscontrate in tutti gli altri territori.
Bassa è risultata anche la frequenza del consumo: soltanto il 20% degli intervistati lo fa molto spesso (due/tre volte a settimana) o abbastanza spesso (due o tre volte al mese) a casa. Il consumo fuori casa al ristorante o in trattoria è risultato ancora più basso. Il dato relativo alla scarso interesse nei confronti del vino del Lazio è particolarmente evidente tra le donne: quasi una ogni due ha dichiarato di non essere interessata ai vini regionali, e tra gli intervistati con meno di 44 anni.

Campania: I dolci

Il dolce tipico campano preferito in assoluto è il risultato il babà con il 29,4%, che èpiù amato dagli uomini, da più giovani e dai giovanissimi, che non coloro che sono più avanti negli anni. Tra le donne (con meno di 25 anni) i dolci tipici campani preferiti sono sfogliatelle. La pastiera - tipica in questo periodo pasquale - e le sfogliatelle sono indicate soprattutto dagli over 55.
La frequenza al consumare a casa non è elevata. Il 13,1% lo fa molto spesso (due/ volte alla settimana), il 26,9% abbastanza spesso (due/tre volte al mese). E più di uno su dieci non mangia dolci.
In Campania la frequenza di consumo dei dolci tipici della propria regione è risultata più accentuata presso le donne che non presso gli uomini, e presso gli individui con oltre 45 anni.

Campania: i vini

Il vino tipico vincente è la Falanghina (41,4%).Ma un campano su quattro non beve prodotti regionali. La preferenza della Falanghina è più accentuata tra gli uomini, e tra quelli di oltre 35 anni.
Elevato il consumo a casa: il 19% del campione degli intervistati in Campania lo fa molto spesso (due/volte a settimana) e il 28,0% abbastanza spesso (due o tre volte al mese). Il consumo fuori casa è risultato più basso. Anche per quanto riguarda la frequenza del consumo, prevalgono nettamente gli uomini (di oltre 35 anni) sulle donne e sugli individui più giovani.

Sicilia: i dolci

Tra i dolci tipici di questa regione sono stati presi in esame i cannoli, la cassata, la granita, gli sfinci di San Giuseppe e il Buccellato. Quelli preferiti dagli intervistati sono risultati i cannoli, dolce tipico siciliano scelto dal 55,1% del campione, e la cassata, dal 19,3% del campione. Soltanto il 5 per cento dei siciliani ha affermato di non mangiare dolci, o di non gradire nessuno dei dolci tipici che gli erano stati proposti.
Sia per i cannoli che per la cassata, la preferenza è più accentuata tra gli uomini rispetto alle donne, meno golose evidentemente. Per l’età, questi due dolci raccolgono consensi tra chi ha superato i 35 anni, ed in particolare tra gli over 64 anni, meno tra i giovani e i giovanissimi.
La frequenza con la quale i siciliani dicono di consumare a casa i dolci tipici della propria regione è piuttosto elevata. Il 14,6% lo fa molto spesso (almeno due/volte alla settimana), e ben il 36,5% dichiarato di consumarli abbastanza spesso (da due a tre volte al mese).

Sicilia: I vini

Sono stati considerati il Nero d’Avola, l’Inzolia, il Cataratto, e alcuni liquori come il Marsala, il Passito di Pantelleria, il Moscato, lo Zibibbo. Il vino tipico preferito dai siciliani è il Nero d’Avola: addirittura il 49,5% delle preferenze. Eppure il 24,5% degli intervistati sostiene di non essere interessato ai prodotti regionali.
Il Nero d’Avola piace di più agli uomini che alle donne, anche se la differenza di genere, in termini di distanza, non è elevatissima: preferiscono il Nero d’Avola sei uomini ogni dieci, e cinque donne ogni dieci. Più interessante al contrario è come si articola la preferenza verso il Nero d’Avola in funzione delle fasce di età. A preferirlo si sono dimostrati soprattutto le persone di età compresa tra i 25 ed i 54 anni. I giovanissimi (meno di 25 anni) hanno fatto registrare un certo disinteresse nei confronti del vino tipico siciliano in generale, mentre quelli che hanno oltre 55 anni sembrano orientati verso altre tipologie di vino.
Il consumo è risultato piuttosto sostenuto: il 24,8% degli intervistati ha dichiarato di bere a casa i vini siciliani molto spesso (almeno due volte alla settimana), ed il 27,5 per cento di farlo abbastanza spesso (ovvero due o tre volte al mese). Il consumo fuori casa (al ristorante, in trattoria, al bar, ecc.) dei vini siciliani è risultato più contenuto.Sempre con riferimento alla frequenza di consumo, è interessante mettere in evidenza come la frequenza sia molto più accentuata tra chi ha superato i 35 anni e assai meno tra i giovani e i giovanissimi.

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