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La Repubblica / Salute

Rosé, l’Europa boccia il mix ... Il vino rosato è salvo. Bruxelles ha infatti rinunciato ad autorizzare le miscele di vini rossi e bianchi per produrre il rosé. Merito delle pressioni di Italia e Francia, che hanno fortemente protestato contro una pratica, quella della miscelazione del prodotto finito, che avrebbe fortemente penalizzato prodotti ottenuti invece con una vinificazione particolare. Bocciata anche l’idea di etichettare il rosato prodotto in questo modo con la dicitura “metodo tradizionale”, in quanto poco chiara e insufficiente per tutelare il mercato dalla concorrenza sleale.
Soddisfatto il ministro per le Politiche Agricole, Luca Zaia, che auspica “un’Europa che non dia spazio a surrogati e pasticci di sorta e che faccia della valorizzazione e della tutela del patrimonio agroalimentare di qualità le fondamenta della sua politica agricola”. E soddisfatti soprattutto i produttori, che sostengono un mercato nazionale di oltre 700 etichette realizzate con il metodo tradizionale: si utilizzano cioè uve rosse, il cui mosto in fermentazione ha solo un breve contatto con le bucce, oppure si utilizza una cuvèe di uve rosse e bianche. Come è facile capire un sistema molto più lungo e oneroso del semplice mescolamento di due vini da tavola.
Perché l’Unione Europea stava per approvare la pratica? Difficile crederci, ma proprio per difendere i vini europei prodotti tradizionalmente dall’invasione di quelli già prodotti in mix che arrivano dall’emisfero Sud e circolano liberamente nella Comunità. Poi, però, di fronte alla contrarietà della maggior parte del settore produttivo vitivinicolo europeo, il commissario all’Agricoltura, Mariann Fischer-Boel, ha cancellato la questione del progetto di regolamento delle nuove pratiche enologiche. La Puglia festeggia con una settimana dedicata al rosato (dal 26 luglio, www.buonapuglia.eu).
Intanto, grazie alla riforma del settore in Europa, sono già in vendita vini ottenuti dalla fermentazione di prodotti diversi dall’uva (ribes, lamponi), è consentito lo zuccheraggio in alcuni paesi e dal primo agosto sarà possibile vendere vino con gradazioni alcoliche “abbassate” con particolari procedure. Inoltre, sottolinea Coldiretti, sono in vendita kit per la preparazione casalinga di Chianti o Barolo. Ma allora, perché non un bel bicchiere d’acqua?

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