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La Repubblica / Viaggi

Vivere Slow ... Il Carro di Mirabella... In un piccolo paese dell’Irpinia, la festa dedicata alla Madonna Addolorata unisce sacro e profano e coinvolge la comunità dei migranti... Il prossimo sabato, il 18, sarà il sabato che precede la terza domenica di settembre a Mirabella Eclano, Irpinia, provincia di Avellino, sarà il giorno dell’annuale trasporto, o “tirata”, del Carro. Un evento rituale e religioso, dedicato alla Madonna Addolorata. La festa ha origini molto antiche e pagane. Come quasi sempre in questi casi, sacro e profano nei secoli finiscono con il mescolarsi, dando origine a manifestazioni popolari che coinvolgono le comunità in cimenti eccezionali. Cimenti cui non soltanto è spettacolare assistere unendosi al clima festoso del paese, ma che ci parlano sempre di radici che si perdono nella notte dei tempi, soprattutto dell’intimo rapporto tra l’uomo e la terra, oggi tutto da recuperare. È decisamente il caso del Carro di Mirabella Eclano: una specie di obelisco alto 25 metri, una “macchina” che ha una struttura di legno rivestita da pannelli decorati con la paglia, lavorati e intessuti a mano fino a dare al tutto la forma di una guglia barocca di grande interesse artistico. La paglia, che colora d’oro il carro, è il ringraziamento per il raccolto dell’anno e ogni anno i pannelli vengono rinnovati o riparati con cura da abili artigiani. Il Carro coinvolge non soltanto emotivamente la comunità (ogni anno i tanti emigrati tornano per la festa), ma anche fisicamente. Trainato da sei coppie di buoi attraverso i campi e le strade della città, dev’essere tenuto in equilibrio, debitamente frenato o spinto nei punti più difficili di un percorso che di solito dura cinque ore e termina di fronte alla chiesa della Madonna Addolorata. Ruolo decisivo, oltre al “timoniere”, l’hanno i tanti “funaioli” che tutt’intorno lo “manovrano” con funi di canapa, per farlo giungere a fine tragitto senza incidenti. La caduta del Carro è infatti un brutto presagio: a Mirabella continuano a ricordare le cadnte del 1881 e del 1961, che precedettero nel primo caso una terribile carestia e nel secondo il terremoto del 1962. Gli eventi sismici hanno colpito più volte questa piccola cittadina, anche con vittime, come nel caso più vivo nella nostra memoria, quello del 1980. La comunità però si è sempre risollevata con forza, ricostruendo e curando il suo piccolo ma variegato patrimonio artistico. È notevole per esempio il parco archeologico appena fuori città, nella frazione Passo di Mirabella, con le vestigia dell’antica Aeclanum, fondata dai sanniti irpini nel III secolo a.C. e che ebbe grande importanza in epoca romana. Adagiata su una collina, Mirabella Eclano domina la valle del Calore, fiume che ne segna il confine verso Avellino. La natura è rigogliosa, un po’ selvaggia,eipaesaggìvalgonollviaggio.Tral’altrosia -’l mo nella zona di Taurasi, eccellente dal punto di vista enologico, ricca di vigne antiche ancora produttive, un luogo che è stato e resta assoluto protagonista della rinascita dei vini campani negli ultimi decenni. Per questo, accanto al trasporto del Carro, un ottimo motivo per recarsi in zona è l’enogastronomia: visitare le cantine dei dintorni, godere delle strepitose produzioni alimentari di una terra che in molti punti si fa forte di un fertilissimo strato superficiale di cenere vulcanica ereditato da antiche eruzioni del Vesuvio. Motivo più che valido anche in caso non riusciate a immergervi nella festa del paese di questo fine settimana: in ogni caso la tradizione del Carro, che viene smontato dopo ogni “tirata”, si può approfondire tra documenti e pezzi antichi al museo che gli è dedicato nel centrale complesso Monumentale di San Francesco.

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