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La Repubblica / Viaggi

Torino. Il giro d’Italia comincia a tavola ... Aprono la prossima settimana il Salone internazionale del gusto e Terra Madre dedicati all’eccellenza enogastronomica. Ecco un itinerario dentro il Lingotto per scoprire sapori mai visti... Che la festa cominci. Una settimana al via dell’ottavo appuntamento con il Salone internazionale del gusto - Terra Madre, in programma a Torino, dal 21 al 25 ottobre. Un evento che non ha riscontri nel mondo. Certo, esistono dozzine di fiere importanti, saloni dove il cibo è protagonista assoluto. Ma a fare la differenza qui è la straordinaria qualità media delle produzioni in passerella. Perché nei saloni di Lingotto Fiere perfino i grandi nomi dell’industria alimentare si adeguano al livello dell’offerta esibendo il meglio. Cibo e territori, didattica e approfondimento, impatto zero e cucine dell’Alleanza (con i Presìdi): basterebbe uno solo di questi temi per firmare un super evento in qualsiasi angolo della terra. E invece, quelli di Slow Food hanno deciso di esagerare e così - tra laboratori e teatri del gusto, appuntamenti a tavola e incontri con l’autore, conferenze e degustazioni - il tempo necessario per viaggiare dentro le vene del Salone sembra non bastare mai. Intanto, l’ingresso: via Nizza 280, raggiungibile sia coi mezzi pubblici che in auto (parcheggi in quantità). Dopo la bigiletteria, si entra nel Padiglione 5 (sponsor, istituzioni, libreria). Se siete fortunati, allo stand Lavazza potreste incrociare il mitico chef catalano Ferran Adrià, che proprio nei giorni del Salone verrà affiancato nel ruolo di testimonial da Tonino Cannavacciuolo, super chef sul lago d’Orta. Da qui, si accede ai padiglioni interni, punteggiati di cartelli arancioni, che segnalano i Presìdi, i piccoli gioielli dell’agricoltura planetaria messi sotto tutela per garantirne la sopravvivenza. Il viaggio comincia nel Padiglione Uno, dove sono ospitati gli espositori esteri, dall’Islanda alla Corea, e dove si trova l’Enoteca, forte di oltre duemila etichette tutte da assaggiare, a cui si aggiungono trecento supervini dislocati nell’annessa sala Slow Wine. Qui, ogni giorno sono in programma degustazioni e si assaggiano le miniature gastronomiche di Davide Scabin, chef bistellato del museo d’arte moderna di Rivoli, alla periferia di Torino. Per gli amanti di aperitivi e long drink, tappa d’obbligo al nuovo Cocktail Bar gestito dai migliori bartender italiani. Al Due e al Tre, invece, trionfa il made in Italy, con le regioni protagoniste “in primis” di percorsi del cibo, assaggi guidati e show cooking. Subito all’esterno, ecco la struttura che ospita le Cucine di Strada, dove ci si può sbizzarrire tra piadine al raviggiolo e ravioli al vapore cinesi, mix di fast food planetario e virtuoso. Una manciata di metri separa dall’Oval, che quest’anno oltre ai seminari di Terra Madre ospita l’altra metà del Salone: laboratori del gusto, teatro del gusto, incontri con l’autore e laboratori della memoria. Molti gli appuntamenti. Occorre scegliere. Come se fosse facile decidere chi merita di più tra Baroli storici e Romanée-Conti (entrambi alle 19 di giovedì), rhum della Martinica e salami d’Italia (alle 16 di venerdì), formaggi dello Jura e whisky distillati cinquant’anni fa (sabato alle 19). Mettetevi il cuore in pace: riuscirete a scoprire un decimo di quello che avevate programmato. In compenso, alla fine avrete scoperto una quantità di cibi di cui nemmeno sospettavate l’esistenza. Tutto il resto, fotografatelo. Avete due anni di tempo per andare a trovare quell’extravergine che vi ha rubato il cuore, prima che il prossimo Salone vi proponga un nuovo ventaglio di oli imperdibili.

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