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La Repubblica

La guerra del vino biotech: un brevetto dell'Università della Florida rilancia la polemica ... L'ingegneria genetica si affaccia sulla produzione vinicola. Gli scienziati stanno lavorando su viti e lieviti geneticamente modificati, i primi sono resistenti alle malattie e i secondi migliorano la fermentazione. Alcuni ricercatori dell'Università della Florida appoggiati dai viticoltori, hanno annunciato di aver brevettato una procedura che permette di impiantare un gene del baco della seta nelle viti per renderle resistenti alla malattia di Pierce, piaga dei vigneti della California. Ma questi vini manterrebbero la purezza?
«Un giorno qualcuno dirà: "Questo non è un vero Cabernet Sauvignon"», dice Peter Pole, presidente della azienda vinicola Mount Palomar a Temecula, a sudest di Los Angeles. Un gruppo di viticoltori della Borgogna ha chiesto una moratoria di 10 anni per l'impiego di vigneti e lieviti modificati. La campagna ora si è estesa al resto della Francia e in tutto il mondo.
Ma negli Stati Uniti è diverso. «Non vogliamo rimanere fuori dalla scienza», spiega Terry Lee, vicepresidente della ricerca e sviluppo presso l'azienda vinicola E. & J. Gallo, la più grande negli Usa. La ricerca va avanti anche in Germania, in Italia, in Australia, in Israele, in Sudafrica, in Cile, in Francia. La maggior parte del lavoro sulle viti è orientata e renderle resistenti a malattie piuttosto che a modificarne il frutto. E un aumento della produzione di uva resistente implicherebbe un minore impiego di pesticidi. I maggiori ostacoli sono culturali. Molti viticoltori temono che l'immagine del vino venga danneggiata. Moet & Chandon ha abbandonato nel 1999 il lavoro sui vini geneticamente modificati. Ma da tempo le grandi aziende vinicole assomigliano a piccole raffinerie e la fermentazione avviene in botti di acciaio inossidabile sotto il controllo dei computer. Molti vitigni sono già amalgame alterate geneticamente - la parte superiore della pianta dove si trova l'uva, è geneticamente diversa dal fusto e dalla radice. Molti vini francesi impiegano radici Usa resistenti alle malattie. Alcuni viticoltori sostengono che il problema è l'opposizione dei consumatori all'ingegneria genetica. «Come diciamo in Francia "dovranno passare sul mio cadavere"», spiega René Averseng, proprietario della Du Vin, una enoteca a West Hollywood.

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