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La Repubblica

Affari a tavola più facili con un bicchiere di vino ... Le regole del nuovo pranzo d'affari sono state studiate alla luce delle trasformazioni gastronomiche, sociali ed economiche MetaComunicazione, agenzia di pubbliche relazioni milanese, che ha intervistato dietologi, critici, imprenditori, psicologi. Tra le prime cose da ricordare, c'è quella di non parlare di denaro, anche se il 90% degli affari si conclude sopra una tovaglia di Fiandra.
Per ragioni di opportunità, ad una colazione di lavoro non si va accompagnati dalla moglie o peggio dall'ultima fiamma, né da persone non coinvolte nell'affare. Chi invita può proporre il proprio ristorante abituale: lascerà naturalmente la scelta agli ospiti sui piatti ma ordinerà per primo così da indirizzarli sulle specialità della casa. «Un buon bicchiere di vino non dovrebbe mai mancare ad una colazione d'affari – sottolinea Marco Felluga, presidente del Consorzio del Collio perché favorisce la conversazione e distende i rapporti. Ma un bicchiere, non di più». La quota di calorie sarà limitata: «Conviene puntare sulla gioia degli occhi, sull'effetto scenico più che sulla ricchezza dei piatti, che non dovranno essere appesantiti da panna o fritture», insiste lo specialista in Scienza della comunicazione Michele Carruba ...

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