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La Repubblica

Grandi Rossi, vince il Barolo anno di stop per i vini bianchi. Un vademecum pratico e semplice da consultare, completo di prezzi. Sale la qualità e compaiono regioni un tempo trascurate. Nella nuova guida dell´Espresso la pagella di 14.000 bottiglie. Il rivale del "re" piemontese, il toscano Brunello di Montalcino perde colpi: soltanto dieci rappresentanti tra i top. L´onesto legame con la terra di nascita è uno dei criteri di valutazione utilizzato, insieme all´originalità ... Dicevano un tempo: il re dei vini, il vino dei re. Così, Re Barolo è tornato sul trono, più forte e più bello di prima, nella terza edizione della guida dei vini dell´Espresso, presentata ieri mattina nei saloni ristrutturati dell´affascinante stazione Leopolda.
Cambiato il curatore - Alessandro Masnaghetti, in carica nei primi due anni di vita della guida è stato sostituito dal tandem Ernesto Gentili-Fabio Rizzari - resa più morbida e completa la formula, la nuova guida ha dalla sua 14.000 vini testati, di cui 8.200 hanno trovato spazio (e merito) per la recensione.
Varietà e qualità a 360 gradi, insomma, con tutte le coordinate necessarie - incluso il prezzo, atout da non sottovalutare - per scegliere la bottiglia giusta (a seconda dell´occasione, del gusto, dell´affezione a questo o quel territorio, a questo o quel vitigno, etc..) nell´incredibile galassia del vino italiano. Che mai come quest´anno, nel succedersi della presentazione delle diverse guide, fin quasi a metà novembre, premia l´innalzamento ecumenico della qualità media. Dalla Val d´Aosta alla Sicilia, passando per regioni un tempo trascurate dal dio dell´enologia - Basilicata, Abruzzo, la stessa Sardegna - i vini buoni sono una costante diffusa e irrimediabile, che si scelgano i Grandi tradizionali o i Nuovi modaioli, privilegiando barriques o botti grandi, assemblaggi o uve in purezza.
Su tutti, secondo gli esperti della guida Espresso, regna incontrastato il Barolo. Il numero di premi conquistati porta con sé un dato percentuale felice ai limiti dello stupore: ben 36, le bottiglie premiate con l´Eccellenza (simbolo, 5 bottiglie), su un totale di 152 supervini. Tale e tanto, lo strapotere del Gran Piemontese, da aver ridotto il rivale più nobile e agguerrito - il Brunello di Montalcino - a soli dieci rappresentanti nella classifica dei top.
Toscana in grande spolvero, comunque, nel panorama delle produzioni: piazza, infatti 59 produttori tra i migliori dell´anno, contro i 49 del Piemonte. Collezionano stelle, i più prestigiosi vignaioli italiani: 11 eletti (con cinque stelle), divisi ancora una volta tra piemontesi e toscani, con la vigorosa eccezione del veneto Romano Dal Forno, padre del miglior Amarone recensito in guida. In quanto ai produttori più premiati, è ancora trionfo sabaudo, con Angelo Gaja e Roberto Voerzio in passerella con cinque vini a testa. Tra le regioni meno blasonate, menzione per Puglia e Sicilia si segnalano per l´ottimo rapporto qualità-prezzo che ne caratterizza produzione e offerta.
Cambiati i curatori, invariati i "paletti" che regolano i giudizi: «La nostra bussola è stata un´onesta ricognizione del legame di un vino con la terra dove nasce, ma anche la sua capacità di esibire carattere, personalità, resistenza all´omologazione allo schema tanto colore -tanto legno - tanta frutta», osservano orgogliosi Gentili e Rizzari. L´altra battaglia enologico-critica riguarda gli estremi della nuova filosofia vinicola: ipermodernisti contro neopauperisti, ovvero chi usa tutte le tecnologie possibili per arrivare a vini perfetti e ruffiani - anche a costo della poca riconoscibilità - contro i vade-retro a qualsiasi innovazione, convinti che il vino non ha bisogno di supporti di alcun tipo per diventare buono, vero, originale, anche a costo di qualche difetto (non sempre lieve). «Per questo, abbiamo cercato soprattutto di segnalare e premiare i buoni vini, senza fermarci davanti a preconcetti e categorie mentali».
Nel grande giubilo per un settore in crescita costante, per numero di produttori e qualità dei prodotti, una sola, grande nota dolente: la decadenza dei bianchi, presenti nell´elenco dei Grandi in quantità tanto risicata - dodici - da far pensare a un processo irreversibile. La speranza è che si tratti solo una crisi di crescita, un po´ come successe per i rossi qualche anno fa. Intanto, vale la pena continuare a fare un po´ di sano esercizio di abbinamento cibo-vini (bianchi, bollicine, rossi che siano): la guida vi aiuterà anche in questo (grazie a un capitolo monodedicato). Così allenati, affronterete il menu delle feste di fine anno con il piglio del Santo Intenditore. E guai, ovviamente, agli astemi.

I vini leader

Barolo Ciabot Metin Ginestra Clerico 1999

Il Caberlot 2000 Il Carnasciale

Barolo Case Nere 1999 Boglietti

Barolo Fossati 1999 Boglietti

Amarone Vigneto Monte Lodoletta 1998 Dal Forno

Barolo Bussia Vigne Rocche 1999 Parusso

Redigaffi 2001 Tua Rita

Barolo Sarmassa 1999 Voerzio

Gewurztraminer Kolbenhof Soll 2002 Hofstatter

Gewurztraminer Terminum 2001 Cantina di Termeno

Franciacorta Cuvée Annamaria Clementi 1996 Ca' del Bosco

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