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La Repubblica

Firenze, studio shock al congresso internazionale di geologia. E lo champagne migliore verrà prodotto in Inghilterra. “Addio Chianti tra cinquant’anni”. I climatologi Usa: troppo caldo, il vino non sarà più lo stesso … Cinquant’anni, poco più, e il Chianti Classico non sarà più lo stesso. Il glorioso vino, inventato nell’800 da una formula escogitata dal barone di ferro Bettino Ricasoli, sarà stravolto nel tasso alcolico, nel colore e nel bouquet, diventerà simile a quello che è oggi un vino siciliano. Buono. Ma un’altra cosa. Colpa del caldo, della siccità e delle “bombe di pioggia” che avvicineranno il clima della Toscana a quello del nord Africa. E’ lo studio di tre climatologi americani, Gregory Jones, Michael White e Owen Cooper, a lanciare l’allarme. “Chianti e Barolo non domineranno più la scena, emergeranno Pinot noir tedesco e Champagne prodotto nell’Inghilterra meridionale” vaticinano i ricercatori.

L’intervista - Giovanni Ricasoli, presidente del consorzio Gallo Nero. “Presto viti più resistenti la nostra storia continuerà”

Giovanni Ricasoli, produttore, presidente del Consorzio del Gallo Nero, erede dell’inventore del Chianti Classico Bettino, che effetto le fa l’annunciato declino del “suo” vino?

“Non tutti concordano con queste previsioni. E’ vero che già negli ultimi 4-5 anni il clima è cambiato ma anche questa si preannuncia una vendemmia eccellente. E comunque noi ci stiamo attrezzando”.

Come?

“Nel 2002 abbiamo modificato il disciplinare prevedendo la possibilità di ricorrere all’irrigazione di soccorso delle viti in caso di siccità. Il problema, semmai, è che l’acqua manca e ce la stanno togliendo”.

E allora?

“Ci sono altri correttivi. Tra il 1988 e il 2003 abbiamo testato nuovi cloni in base alla piovosità, li abbiamo selezionati e omologati, utilizzando anche un più resistente piede americano come radice sulla quale innestare il sangiovese”.

Per i climatologi le viti andrebbero sposate in altitudine.

“Sappiamo che, per avere il vino migliore, i vigneti di sangiovese devono trovarsi tra i 250 e i 550 metri di altitudine. Ma anche su questo campo la sperimentazione può andare avanti. Ho in mente un piano “Chianti Classico 3000”, che accanto a studi di microbiologia si proponga di affrontare i temi della siccità e dell’altitudine delle produzioni”.

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