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La Repubblica

I vip alla conquista delle vigne - Da Abramovich a Depardieu l´uva è il nuovo business d´élite... L´ex allenatore Liedholm è diventato un rispettato vignaiolo da molti anni. E adesso anche il pilota Trulli firma le bottiglie. Non si vive di solo petrolio. Se n´era già accorto due anni fa, Roman Abramovich, quando, travolto dalla voglia di passerella mondiale, decise di salvare il Chelsea dalla bancarotta. Quale miglior seguito, per il godereccio, modaiolo supermagnate russo, che cominciare a occuparsi di vino? Secondo la stampa inglese il patron del calcio londinese è intenzionato a comprare una o più aziende vinicole italiane, senza risparmiare né sui soldi né sui nomi. I rumors citano in ordine sparso i grandi produttori del centroitalia, da Lungarotti a Sassicaia, da Biondi Santi a Ornellaia. In quanto al prezzo, per un uomo il cui patrimonio è valutato quasi 15 miliardi di dollari, l´unico problema è trovare qualcuno disposto a vendere a una cifra qualsiasi.
La notizia è di quelle che rallegrano e inquietano. Più di un produttore, inorgoglito dall´offerta, ha fatto notare che oggi forse i nostri vini piacciono più di quelli francesi. Altri, più realisti, sostengono che semplicemente i Grandi Francesi non sono disponibili a nessun tipo di trattativa. I vignaioli chiamati in causa nicchiano. Alle spalle, grandi storie familiari e un solido presente imprenditoriale: la fascinazione da Abramovich per il momento non è andata oltre una sensibile soddisfazione. Ma il petroliere non sembra aver fretta. Preferisce selezionare con calma l´azienda ideale: con vista mozzafiato di vigne a perdita d´occhio e ampio uliveto per produrre extravergine di qualità e prestigio pari al vino. E siccome l´abitudine a fare affari di persona l´ha portato molto in alto nella classifica dei grandi ricchi del mondo, Abramovich è arrivato in Italia una manciata di giorni fa. Lasciandosi guidare da Jacopo Biondi Santi, colto cicerone dei vini oltre che produttore di un Brunello d´autore, ha scelto di visitare alcune delle cantine più importanti di Umbria e Toscana.
Pare ne sia rimasto incantato. Tanto da chiedere informazioni approfondite a livello di cifre e strutture. Del resto, le sue intuizioni continuano a dargli ragione, se è vero che anche il primo investimento compiuto nel settore "lifestyle", il calcio, ha cominciato a dare i suoi frutti, con il suo Chelsea vincitore della Premiership.
Non è la prima volta che Abramovich pratica l´Italia dell´enogastronomia: poco meno di un anno fa il petroliere aveva partecipato all´asta del tartufo bianco toscano seduto ai tavoli dell´italianissimo ristorante londinese "Zafferano", insieme a Sarah Ferguson, Mick Jagger, Paul McCartney e Gwyneth Paltrow. Una contesa a colpi di migliaia di dollari per aggiudicarsi i preziosi supertuberi, avendo come rivali dall´altra parte dell´oceano, Mel Gibson, Bono Vox e Sharon Stone.
Dal tartufo al vino, il passo è breve e succulento. Ultimo di una lunghissima lista di vip italiani e stranieri innamorati della tavola, se Abramovich diventerà vignaiolo, dovrà competere con una pletora di appassionati che va dallo sport allo spettacolo: Ornella Muti e Mick Hucknall, Stefania Sandrelli e Gerard Depardieu, Ron e Paolo Rossi, Jarno Trulli e Francesco Moser. Senza dimenticare il primo di tutti, l´ex allenatore della Roma dello scudetto ‘82-´83 Nils Liedholm. Tutti impegnati a produrre vini, dall´Oltrepò alla Sicilia, pur con ritorni di immagine non sempre esaltanti.
Comunque vada, un risultato Abramovich l´avrà ottenuto, e riguarda la sua personale cultura enogastronomica. Poco dopo aver comprato il Chelsea, Roman Abramovich scelse la sua nuova residenza londinese nel quartiere Kensigton: 8 mesi di lavoro per ristrutturarla, 30 milioni di euro la spesa finale. Prima che la casa gli venisse consegnata, a Natale il petroliere invitò al pub per una birra i 340 operai impegnati nel lavoro. I lavoratori italiani gli chiederanno sicuramente d´andare in osteria.


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