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La Repubblica

I giudici e Di Pietro, è linea dura “Arresto per omicidio volontario” ... Pene severe per chi provoca le stragi: chi beve e va in auto accetta il rischio di causare la morte. Sì all’Agenzia per la sicurezza: così si riducono gli incidenti... Tolleranza zero per i guidatori ubriachi, per chi sotto l’effetto di stupefacenti uccide passeggeri e falcia i passanti. Per loro l’accusa potrebbe diventare omicidio volontario. Dal mondo della politica alla magistratura è infatti linea dura contro chi provoca le stragi del sabato sera. Comune la voglia di intervenire in modo drastico, incisivo. Non più solo l’arresto, ora si parla di omicidio volontario per chi uccide guidando ubriaco e drogato.
Dopo il provvedimento di un pm bolognese, l’idea raccoglie il plauso da destra a sinistra, dal ministro delle infrastrutture Antonio Di Pietro al deputato di An Alessandra Mussolini, mentre il ministro Turco è invece favorevole a pene più severe - come il ministro ai Trasporti Alessandro Bianchi - ma non trasformando l’accusa di omicidio colposo. E per fermare il sangue sulle strade opposizione e maggioranza per una volta sono unite: chiedono la creazione di un’Agenzia nazionale per la sicurezza stradale che gestisca in modo unitario tutta la materia e porti a centrare l’obiettivo Ue di ridurre del 40% in dieci anni i morti e feriti negli incidenti. Ma torniamo all’accusa di omicidio volontario mossa dal pm bolognese Valter Giovannini nei confronti di un automobilista che ha ucciso un giovane in uno scontro dopo aver assunto cinque volte la dose consentita di alcol e aver consumato cocaina e hashish. “È come se con il suo comportamento - l’assunzione di alcol e droga - il guidatore avesse accettato il rischio di causare la morte altrui”, dice il pm. “Sono d’accordo, è previsto dal codice penale, è una norma di origine romana in vigore da duemila anni”, dice il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. “L’idea latina è che se uno si mette in condizioni di non poter ragionare, di impazzire, io, legislatore, anticipo le sue responsabilità al momento in cui era nel pieno possesso delle sue facoltà, quando sapeva quello che faceva e ha deciso di ingerire o fare qualcosa che lo ha portato a perdere il senno”.
Favorevole anche Alessandra Mussolini. “Bisogna dare un segnale drastico: fino ad oggi le iniziative come la patente a punti e le pubblicità progresso non sono bastate. L’accusa di omicidio volontario in fondo significa: ti rovino la vita come l’hai rovinata agli altri. Perché chi si mette alla guida ubriaco o drogato sa che disastri può provocare”. Più articolata la posizione del presidente della commissione trasporti della Camera Michele Meta che ha lavorato al disegno di legge in cui, tra l’altro, si prevede l’arresto per chi guida ubriaco e un anno di condanna per chi ha in corpo tre volte la dose di alcol consentita. “Rispetto la magistratura e sul codice penale non intervengo. Il nostro disegno di legge è per fronteggiare l’emergenza, ora bisogna riorganizzare il codice della strada e una volta fatto puntare sull’Agenzia della sicurezza stradale”. Reprimere, moltiplicare i controlli e certezza della pena sono la ricetta di Meta. “Gli incensurati, con le pene al di sotto dei tre anni rischierebbero di non scontare nulla. Per questo prevediamo una sorta di rieducazione possibile già ora. Chi ha provocato un incidente da ubriaco può essere mandato a fare il volontario nei centri che ospitano handicappati in carrozzina per rendersi conto di quello che ha causato”.

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