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La Repubblica

La trovata di un ristorante della City per celebrare i guadagni dei broker ... Crisi finanziaria? Venti di recessione? Sboom immobiliare? Indubbiamente. Ma negli stessi giorni in cui la stampa di tutto il mondo racconta la “stangata” del broker francese che ha fatto perdere cinque miliardi di euro alla sua banca e scatenato un terremoto planetario in Borsa, il Financial Times avverte che non proprio tutti sono preoccupati e giù di morale. Vivat Bacchus, celebre ristorante della City di Londra, ha riaperto i battenti dopo due settimane di chiusura per ferie (non di cuochi e camerieri, dei loro clienti) presentando un nuovo menù, il “Bonus Tasting”. Costo: mille sterline a persona, circa millecinquecento euro, per un minimo di due persone. Il momento non è casuale, come il menù rivela sin dal nome: fine gennaio è il periodo in cui le banche d’investimenti della City pagano i “bonus” per l’anno precedente a soci anziani e broker.
“La nostra clientela ci chiede spesso qualcosa di speciale durante la stagione dei bonus”, spiega Neleen Strauss, proprietaria del ristorante. Il pranzo è dunque un modo per celebrare la pioggia di milioni che cade sulle loro teste.
Che cosa mangiano, per un prezzo simile? Si comincia con un bicchiere di Billecart Salmon Rosè come aperitivo. Poi un antipasto di blinì, ovvero frittelle russe, al caviale Sevruga reale, accompagnato da un bicchierino di vodka ghiacciata Kauffman. Quindi linguine all’aragosta con una spruzzata di Armagnac invecchiato di 40 anni, e un bicchiere di Forrester Meinert Chenin. A questo punto, per ripulirsi la bocca, una fettina di prosciutto Joselito Gran Riserva, con un bicchiere di Vega Unico siciliano. Come “secondo”, tocca a un filetto di manzo alla griglia Wagyu (considerato il più tenero e appetitoso del globo), con marmellata di cipolle rosse e fegato d’oca, insieme a un bicchiere di Chateau Lafite Rothschild.
L’abbuffata è quasi conclusa: un piatto di quindici varietà di formaggi, con jelly di frutta e biscotti, abbinato a un bicchiere di porto Taylors del 1963; e un soufflè di cioccolato con crema, accoppiato a un bicchiere di Chateau D’Yquem. E’ finita: caffè o tè, con cioccolatini “petits”, un goccio di cognac Martell Cordon Bleu, e il conto. Se per ogni portata i clienti non si accontentano di un bicchiere della bevanda prescelta possono averne una seconda, o anche un’intera bottiglia: pagando un extra, s’intende. Chi ha voglia (e soldi) per il “Bonus Tasting Menu” si metta in coda: per le prossime settimane è già tutto prenotato. Crisi? Recessione? Sboom? Sì. Ma non per tutti.

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