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La Repubblica

Brunello ... Potete fidarvi non fa capricci... Rossa, forte, l’uva “sanguis Jovis” (sangiovese) che caratterizza le doc di quest’area della Toscana, patria del re dei vini (insieme al piemontese Barolo), è apprezzata ormai dai grandi maestri dell’enologia internazionale. Degustare un bicchiere di Brunello è un piacere irrinunciabile: approfittate del prossimo weekend… Potere dell’uva. Rossa e forte, impregnata degli umori della terra che la genera. Tra Siena e il monte Amiata, il sangiovese, signore e padrone della campagna toscana, genera il suo figlio più celebrato, ammirato e degustato nei bicchieri di tutto il mondo; festeggiato, nel prossimo fine settimana, con il rituale più antico e glorioso: assaggiando in anteprima le bottiglie dell’annata pret-à-porter. Il sanguis Jovis è uva antica e umorale, ingannevole ed esigente, falsamente ubiquitaria.
Se i suoi acini caratterizzano quasi duecento disciplinari di doc, con oltre ottantamila ettari coltivati da una parte all’altra d’Italia - prima per quantità tra le cultivar - metterla tutta sola in bottiglia è una bella sfida. Non a caso, i vicini di casa del Chiantishire, come l’hanno ribattezzato gli inglesi, fin dai tempi del barone Ricasoli, due secoli fa, ne hanno smussato ruvidezze e capricci “corrompendolo” con uve più malleabili come il canaiolo e il colorino. Allo stesso modo, i maestri dell’enologia internazionale hanno chiesto di volta in volta la complicità di merlot e cabernet sauvignon, syrah e petit verdot per i loro grandi supertuscan.
Ma i senesi del sud sono gente ruvida, tosta, pervicace, paziente. E il sangiovese grosso che cresce nella loro campagna, detto Brunello, ne ha assorbito le qualità migliori. È nato così, senza marketing aggressivo, né forzature enologiche, il vino che contende al barolo il trono di Re dei vini. I due, il piemontese e il toscano, molto si somigliano per storico, tenace attaccamento alla terra di appartenenza, filosofia di lavorazione, tipologia di estimatori. Vini più austeri che ammiccanti, più malinconici che solari, intriganti senza smodatezze, perfetti per dare del tu a piatti che altri rossi non reggerebbero mai.
Il Brunello, merito del vicino Chiantishire con le sue nicchie di mondanità e di guizzi nobiliari, è più modaiolo dell’amico-rivale. Lo bevono, con pubbliche dichiarazioni d’amore, Bill Clinton e Gerhard Schroeder, Saul Bellow e Anthony Hopkins, Sharon Stone e Bruce Springsteen, ma anche Bono degli U2 e Antonio Tabucchi. Poi ci sono gli artisti, che al Brunello hanno dedicato il disegno trasformato in una delle “formelle”, che celebrano la nuova annata nel cuore del borgo, in una sorta di incrocio tra una hall of fame e il muretto di Alassio: Ottavio Missoni, Oliviero Toscani, Fernando Botero.
L’unica, piccola tristezza di Re Brunello riguarda il suo territorio, se è vero che a fronte di oltre sette milioni di bottiglie prodotte l’amministrazione è in perenne affanno economico. Perché uno dei comuni più estesi d’Italia poco si giova della presenza di tanti prestigiosi produttori vinicoli, a causa della bassissima tassazione delle imprese agricole, che prescinde da fama e fatturati. In compenso, alto e forte è il tasso di integrazione sociale. Oltre il dieci per cento dei cinquemila residenti, infatti, è straniero, con ben quarantaquattro nazionalità rappresentate. Tra cantine, vigne ed enoteche, lavorano macedoni e algerini, albanesi e indiani. Il resto, è dentro le bottiglie e nei piatti che le affiancano: carni rosse, formaggi, funghi, tartufi, selvaggina. Se poi ne avanzate un bicchiere, regalatevi un dopo cena rilassato: tra una chiacchiera e una buona lettura, lo scoprirete compagno impareggiabile e ispiratore di sogni meravigliosi.

I numeri…
7 milioni - Le bottiglie di Brunello prodotte ogni anno
120 milioni - Il fatturato (in euro) della produzione di Brunello
250 - Il totale dei produttori di Brunello
2 mila - Gli ettari di vigne coltivati per il Brunello

Al top … Ne “I vini d’Italia 2008” dell’Espresso, Ernesto Gentili e Fabio Vizzari posizionano cinque Brunelli Riserva sopra i 18/20, menzione per lo strepitoso Case Basse Riserva 2001 di Gianfranco Soldera, che si chiama fuori dalle guide...
Case Basse Riserva 2001 Soldera - Dieci ettari di vigna, niente chimica, filtraggi, lieviti aggiunti per il Brunello culto che riposa cinque anni in botti di Slavonia prima della bottiglia. Viole e amarene al naso, profonda eleganza al palato. Etichetta disegnata da Piero Leddi
Brunello di Montalcino Riserva 1999 Poggio al Vento Col d’Orcia - Grande la Riserva 1999 di una delle cantine più importanti della zona. Più setoso che muscolare, dotato di una freschezza che promette longevità, ha un bel color rubino e riesce fine, ampio, complesso
Brunello di Montalcino Riserva 2001 Canalicchio di Sopra - I nipoti del fondatore dell’azienda, Primo Pacenti, hanno realizzato una Riserva attraente e mascalzona. Sapido e grintoso, si è guadagnato 91/100 nella superguida americana Wine Spectator
Brunello di Montalcino Riserva 2001 Collosorbo - Storia lunghissima per la proprietà della famiglia Ciacci, 180 ettari di suolo di origine vulcanica, ricco di ferro. Dal sangiovese grosso si ha un brunello severo e compiuto, profumi intensi, persistenza vigorosa
Brunello di Montalcino Riserva 2001 Il Poggione - Più di un secolo di storia per questa azienda agricola di boschi, oliveti, campi seminati e vigne. Rispettosa della natura la lavorazione delle uve, da cui si ricava un Brunello d’antàn, serio, che profuma di bacche
Brunello di Montalcino Riserva 2001 Piancornello - Il meglio di sempre, per questa giovane casa vinicola alloggiata a sud di Montalcino. La Riserva 2001, prodotta in cinquemila bottiglie, somma sensualità a spigliatezza, nitidezza e frutti rossi, sentori ricchi, buona lunghezza

Itinerari… Montalcino (Si). Il “Monte dei lecci” (leccino) di etimologia latina, tra Siena e il monte Amiata, assomma poco più di cinquemila abitanti e oltre ducentomila turisti, che ogni anno fanno visita a uno dei borghi vinicoli più famosi del mondo…
Dove mangiare...
Taverna dei Barbi - Fattoria dei Barbi, Località Podernovi, Tel. 0577-847117. Chiuso mercoledì, menù da 30 euro
Boccon Divino - Loc. Colombaio Tozzi, Tel.0577-848233. Chiuso martedì, menù da 35 euro
Castello Banfi - Sant’Angelo Scalo, Poggio alle Mura, Tel.0577-816054. Aperto la sera, chiuso domenica e lunedì, menù da 60 euro Poggio antico - Località Poggio Antico, Tel. 0577-849200. Chiuso domenica sera e lunedì, menù da 55 euro
Osteria del Galletto - Località Camigliano, Tel. 0577-839045. Chiuso martedì, menù da 35 euro

Dove dormire…
Vecchia Oliviera - Via Landi 1, Porta Cerbaia, Tel. 0577-846028. Doppia da 120 euro colazione inclusa
Il Giglio - Via Saloni 5, Tel. 0577-848167. Doppia da 119 euro colazione inclusa
Dei Capitani - Via Lapini 6, Tel. 0577-847227. Doppia da 110 euro colazione inclusa
Al Brunello di Montalcino - S.p. Traversa dei Monti, Tel. 0577-849304.Doppia da 150 euro colazione inclusa
Bed & Breakfast Porta Castellana - Via S. Lucia, Tel. 0577-839001. Doppia da 75 euro colazione inclusa

Dove comprare…
Enoteca Franci - Piazzale Fortezza 5, Tel. 0577-848191
La fortezza di Montalcino - Piazzale Fortezza, Tel. 0577-849211
Les Barriques - Via Bellaria 10, Tel.0577-8484145
Bacchus - Via Matteotti 15, Tel. 0577-847054
Alle Logge di Piazza - Piazza del Popolo 1, Tel. 0577-846186

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