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La Repubblica

Processo al Brunello. “Vietato confondere le uve” ... Oggi a Verona la quarantaduesima edizione del Vinitaly... È conflitto tra puristi e businessmen... Sarà il Vinitaly del “buono, pulito&giusto”. Giunta alla quarantaduesima edizione, la più grande fiera vinicola del mondo, in programma da oggi a lunedì, si interroga per la prima volta su quello che c’è nelle bottiglie, ma anche quello che sta fuori, alzando gli occhi dal bicchiere, oltre le scaffalature delle cantine.

I1 caso Brunello (con indagini a tappeto sui produttori, alcuni dei quali accusati di avere aggiunto uve pugliesi o diverse dal Sangiovese) caduto come un fulmine nel cielo apparentemente sereno dell’enologia italiana, ha scosso gli animi. Finito il tempo in cui le scorciatoie enologiche usate per sedurre i guru del mercato internazionale sembravano piccoli trucchi senza peso. Dopo che la procura di Siena ha iscritto nel registro degli indagati aziende come Antinori, Frescobaldi e Argiano, la Toscana del vino ha cominciato a interrogarsi a voce alta. Domenica scorsa, nella tenuta di San Felice Berardenga, con i migliori nomi della viticoltura regionale riuniti per glorificare i Super Tuscan, il conflitto tra puristi e paladini del mercato è esploso, tanto da mettere in difficoltà il bravo Marco Pallanti, presidente del Consorzio Chianti Classico, accusato di fare poesia invece di seguire le leggi del business globale. Maurizio Castelli, enologo di aziende-culto come Badia Coltibuono, Piancornello e Col d’orcia (del presidente del Consorzio, Marone Cinzano) è furibondo: “Da anni, vediamo le autocisterne targate Sassari e Bari fare lo slalom tra i vigneti, o coltivare Merlot dove non dovrebbe esserci. Fare il Brunello di solo Sangiovese, come prescrive il disciplinare, è faticoso: bisogna dire basta agli Harry Potter della cantina”.

Per fortuna, cresce il numero dei vignaioli coscienziosi, testimoni di un’agricoltura corretta e rispettosa dell’ambiente, un’onda lunga percorsa dai pionieri del biologico che oggi trova spazio anche nella fiera. Non a caso domani verrà presentata una ricerca, realizzata da BocconiTrovato&Partners per Vinitaly, in cui 1’80% dei “wine lovers” rivendica la connessione strettissima tra etichette e ambiente e vorrebbe leggi speciali per la salvaguardia del territorio dall’inquinamento industriale e dall’utilizzo della chimica. La percentuale degli eno-etici cresce tra i cuochi: il 95% dichiara che quello legato all’ambiente è un tema da cui non si può prescindere, “perché senza un ambiente di qualità non possono esistere cibo e vino di qualità”.

Durante il Vinitaly, il tema “dentro&fuori” dalla bottiglia sarà accompagnato da convegni, dibattiti, degustazioni e cene “fuori fiera” con i migliori chef italiani. Si comincia questa sera con il tandem Nadia Zenato Gennaro Esposito: cantina al femminile e chef-culto dell’enogastronomia campana uniti per dimostrare che le produzioni virtuose di molti possono avere la meglio sulle imprese sciagurate di pochi, a patto di crederci davvero.

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