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La Repubblica

Così alla Zonin la mafia decideva le assunzioni ... Caltanissetta, l'imprenditore veneto costretto a prendere gli operai “segnalati”... Il capo della famiglia mafiosa di Riesi lo aveva già assunto diversi anni fa con la qualifica di “operaio super”. Ma Francesco Cammarata a lavorare al Feudo dei Principi di Butera ci andava poco e niente. Dall’azienda vinicola che l’imprenditore Veneto Gianni Zonin ha impiantato in provincia di Caltanissetta dieci anni fa prendeva solo lo stipendio. E come lui tanti altri uomini d’onore della zona che, a mo’ di pizzo, Zonin era costretto ad assumere come stagionali.
Dopo l’operazione “Odessa” che già quattro anni fa aveva portato alla luce l’estorsione, peraltro mai denunciata dall’imprenditore, ieri una nuova inchiesta della Dda di Caltanissetta ha appurato come l’azienda di Zonin continuasse a subire, con minacce e intimidazioni, l’assunzione di operai nell’azienda agricola. E anche questa volta, i suoi dirigenti locali non avrebbero collaborato alle indagini scattate invece in seguito alla denuncia di alcuni operai che avevano trovato biglietti con minacce di morte nella cassetta dei fogli di presenza. “Quella dei dirigenti locali della Zonin - ha detto il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari - non è stata una collaborazione spontanea. Messi di fronte al fatto compiuto, non hanno potuto negare l’evidenza”.
E così ieri, su ordine di cattura firmato dal gip Giovanbattista Tona che ha accolto la richieste del procuratore Lari e del sostituto Nicolò Marino, i carabinieri di Caltanissetta hanno arrestato quattro componenti della famiglia mafiosa dei Cammarata di Riesi mentre quattro ex dipendenti dell’azienda del gruppo Zonin hanno ricevuto avvisi di garanzia.
L’inchiesta ha preso il via l’anno scorso dopo alcune nuove intimidazioni e danneggiamenti all’azienda agricola. Questa volta, per convincere i dirigenti locali della Zonin a procedere a delle assunzioni stagionali, avevano fatto recapitare loro delle minacce di morte alcune delle quali firmate “Cosanostra”. In realtà, dopo il blitz che nel 2004 aveva azzerato il clan di Riesi, i dirigenti della “Feudo principi di Butera” avevano provato a ridurre drasticamente il personale con un risparmio di circa 160-170 mila euro. Per l’azienda un’economia di gestione, per la “famiglia” di Riesi un grosso ammanco di denaro. “Il clan dei Cammarata - ha spiegato il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari - garantendo in questo modo posti di lavoro riusciva a conquistare il consenso sociale degli abitanti di Riesi”.
Tre anni fa, interrogato dai pm Zonin aveva ammesso di conoscere quello che si era poi rivelato il capo della famiglia mafiosa di Riesi e di averlo assunto ma ha sempre negato di aver subito richieste estorsive. La sua linea di difesa è sempre stata questa: “Ho ricevuto solo richieste di interessamento per far lavorare qualcuno. Ma è un aspetto che non mi ha mai infastidito. Vuoi dire che da queste parti la necessità è grande. Offrire opportunità è pure un dovere di un imprenditore”.

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