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La Repubblica

Nessuna influenza sulla qualità ma svanirà un po’ di fascino ... Perché devono essere più pesanti delle altre le bottiglie dei vini spumanti prodotti con il cosiddetto “metodo classico” (quello che una volta, prima che i francesi vincessero la loro battaglia, si chiamava “méthode champenoise”) e cioè attraverso la “rifermentazione in bottiglia”? Per la ragione che il vetro deve garantire la tenuta di una pressione atmosferica interna alla bottiglia di almeno 12 atmosfere, provocata appunto da quella “rifermentazione” che fa la differenza rispetto a tutti gli altri vini frizzanti ottenuti con il “metodo Charmat”, cioè in autoclave, a partire dal Prosecco. In realtà, in una bottiglia di Champagne, di Franciacorta o di Trento alla temperatura di 20 gradi centigradi le atmosfere sviluppate sono al massimo 6, ma a mano a mano che la temperature cresce, cresce anche la pressione e quindi è necessario un buon margine di sicurezza. Le bottiglie più leggere sperimentate da Mumm evidentemente hanno i requisisti per superare i test obbligatori. “In ogni caso è certo che lo spessore del vetro e quindi il peso non influiscono minimamente sulla qualità del vino” dice Maurizio Zanella, patron della franciacortina del Cà del Bosco, azienda leader nelle “bollicine” di alta qualità. “Semmai una bottiglia più leggera può perdere agli occhi degli appassionati un po’ di fascino: la grande bottiglia di una cuvée speciale richiede anche una certa fisicità, una certa presenza al tatto. Comunque se il risparmio nei costi per il vetro e per i trasporti si dimostrerà significativo, nulla in contrario a cambiare”.

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