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La Repubblica

Romano va all’Agricoltura ma scoppia il caso Giovanardi ... Gelo del premier con Tremonti. E Scajola in pressing... “Congratulazioni Saverio! Hai proprio una faccia da... contadino”. Dietro una colonna del Transatlantico il ministro Franco Frattini saluta così il leader del Pid, Saverio Romano, che questa mattina dovrebbe salire in Quirinale per giurare da ministro dell’Agricoltura. E la prima fase del rimpasto a tappe, deciso da Silvio Berlusconi per puntellare la maggioranza e remunerare quelli che sono passati con lui. In questo caso è Romano, ex Udc, ad avere in tasca il tagliando vincente: andrà al posto di Giancarlo Galan, in trasloco ai Beni Culturali. Ma per un problema che si risolve, dieci altri sene aprono, con una situazione della maggioranza nuovamente in grande fibrillazione. Tanto è vero che il governo è andato sotto ieri alla Camera (per un voto) su un emendamento del Pd. E scoppiata anche la grana di Carlo Giovanardi, che minaccia di lasciare il posto da sottosegretario alla famiglia perché Tremonti gli ha chiuso i rubinetti: “Non posso accettare gli ultimi provvedimenti che comportano in tre anni una decurtazione del fondo per la famiglia del 90%”. Ci sono poi i sudisti, sul piede di guerra perché sono spariti i fondi previsti per le energie rinnovabili. Ieri sera Miccichè (Forza Sud), Iannaccone (Noi Sud), Adriana Poli Bottone (Io Sud), sono andati a palazzo Grazioli a battere cassa, facendo balenare la possibilità di dar vita un Partito del Sud per farsi ascoltare meglio. 11 paradosso è che il primo ad avercela con Tremonti è proprio Berlusconi, che vede mezza Italia prendersela con lui - dalle forze dell’ordine al mondo della cultura - per la mancanza cli risorse che dipendono dal ministero dell’Economia. Da qui quella battuta rivolta ai poliziotti che manifestavano ad Arcore: “Prendetevela con Tremonti, anzi fatelo fuori”. Una frase che il ministro non ha affatto gradito. Tra i due insomma è di nuovo sceso li gelo, tanto che nel governo sussurrano che sia stato proprio Berlusconi a suggerire a Giovanardi dl fare una piazzata pubblica contro il Tremonti per farsi valere. E tuttavia la spina più pungente al momento è rappresentata dalla fronda di Claudio Scajola, anche perché dispone di un consistente seguito parlamentare. “Claudio - è sbottato il premier nella riunione coni suoi - si sta comportando come Fini”. Quando ieri Scajola è salito a palazzo Grazioli per un lungo faccia a faccia con Berlusconi, i toni ovviamente sono stati più morbidi. Ma Scajola non ha chinato la testa: ha preteso un posto in prima fila nel partito, Berlusconi ha nicchiato. “I problemi che sollevi sono reali - gli ha spiegato il premier – ma come faccio? Comunque dobbiamo rivederci, non esiste che io e te non troviamo insieme una soluzione”. Il premier avrebbe immaginato per Scajola un ruolo da “responsabile per gli eletti sul territorio”, una poltrona creata ad hoc, ma nel Pdl la cosa non è vista molto bene dagli altri dirigenti. “E poi - osserva Roberto Tortoli - quello di responsabile enti locali è un posto che puoi dare a Scillipoti, mica a Scajola!”

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