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La Repubblica

Verdissima Bretagna ... L’armonia dei paesaggio che difficilmente si incontra nelle altre regioni d’Europa E che adesso rischia di scomparire... È un vero piacere percorrere la Bretagna lungo le sue coste atlantiche segnate dalle maree o in tanti chilometri di verde. Case e villaggi rispettano regole ferree per l’architettura, conferendo al tutto un’armonia difficilmente riscontrabile in altre parti
d’Europa. E anche una regione agricola di prima importanza: una caratteristica che plasma quel suo tipico paesaggio che si fa amare a prima vista, rivelatrice di piccoli tesori che però, sorprendentemente temente, rischiano scomparire. “Sorprendentemente” perché tutto ciò che si vede, attraversando la regione, sono pascoli, prati, campi, boschi e boschetti: terra che sembra non finire mai. Ma alcuni agricoltori mi hanno detto: “11 nostro principale problema se si vuole fare agricoltura pulita e favorire il ritorno dei giovani è l’accesso alla terra”. Da non credere. E invece è così: tutto quel verde appartiene a grandi cooperative e imprese agro-industriali che hanno fatto incetta dagli anni Settanta in poi e si sono votate all’allevamento intensivo di maiali e alle monocolture per supportarlo. Avvicinarsi ai prodotti e alle razze tradizionali di alcuni territori, andando direttamente dai produttori, può essere un buon metodo per battere rotte meno turistiche e immergersi nella Bretagna più profonda. Da questo punto di vista è interessante il Trégor, dipartimento Còtes d’Armor, nella parte settentrionale a est della Finistère. E la zona di Guingamp, cittadina salita agli onori delle cronache qualche anno fa per i successi della sua squadra di calcio. Qui il numero dei maiali negli allevamenti è di gran lunga superiore a quello degli abitanti e le macchine da latte, le mucche Holstein, hanno soppiantato tutte le razze autoctone. Gli allevamenti intensivi rischiano di pregiudicare per sempre le falde acquifere. Ma questo disastro ambientale non si nota a prima vista, i pascoli sembrano incontaminati, ogni piccolo paesino è un bijou di case in pietra con la sua appuntita chiesa goticheggiante. L’orgoglio bretone indipendentista si respira in ogni angolo, anche presso gli agricoltori che aprono le porte delle loro fattorie per spiegare che un’altra agricoltura si può fare guadagnando dignitosamente, per raccontare le loro storie eroiche e vendere i loro prodotti. Nel Trégor ho conosciuto persone con una sensibilità ecologica assoluta. Franoise e René Chevalier, che nella loro fattoria a Maél-Pestivien allevano capi, tra gli ultimi rimasti, del Porc Blanc de l’Ouest, una razza in via d’estinzione che regala carni eccezionali. La loro fattoria è accanto a un sito dove i druidi pare tenessero i loro riti, un boschetto magico, dove alberi, rocce e monoliti comunicano qualcosa di sovrumano. Lì ho incontrato anche Benoit Allain allevatore della razza Proment du Léon (200 capi rimasti!), una mucca che dà il miglior burro mai assaggiato. Poi gli allevatori di mucca bretone Pied Noir, altra razza a rischio, dalle carni gustose e dal latte superiore: Bruno Prigente Michelle Bagot con l’allevamento mantengono anche gli ecosistemi d’importanti zone umide come il litorale di Port Blanc, vicino a Tregastel. Infine la fattoria di Patricke Chiristine André a Pédemec, con il piccolo negozio e laboratorio di trasformazione, i maiali bianchi, le capre e le vacche autoctone. Sono tutti eroi che tra mille difficoltà propongono un modello nuovo di agricoltura e di cultura, custodi della più vera Bretagna.

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