La Repubblica

La dolce valle che consolò Dante ... “Vede”, dice Sandro Boscaini, MisterAmarone, per citare il titolo della biografia della wine writer dell’Herald Tribune Kate Singleton, ”l’Amarone rappresenta bene il carattere di noi veronesi: è serio ma non austero, maestoso ma non arrogante, miscela illusioni di dolcezza con severità”. Era il vino preferito di Hemingway. La Valpolicella può essere un posto bello dove andare a vivere, Mio Manara ci ha piantato le tende. Terra di vini, marmi e ciliegie (specie nella parte alta), ma anche di pievi romaniche mi- sconosciute, come quella di San Giorgio, e ville, come la Santa Sofia del Palladio a Pedemonte. Dante Alighieri, durante il suo esilio, soggiornò pare a Villa Serego a Gargagnago: i suoi discendenti l’han trasformatain uno dei centri di cultura del vino e del cibo più esclusivi delle Venezie. E un buon punto di partenza per un minitour sulle orme dell’Amarone.
Prendiamo Sant’Anna Alfaedo, il paese del calciatore gentiluomo Damiano Tommasi: c’è il più grande ponte naturale del mondo, Ponte di Veja, e a piedi si raggiunge il “BoscoAllegro”, dove Allegro sta per il nome di un brigante della Lessiniae che il titolare Corrado Benedetti ha trasformato in un’area picnic dove assaggiare formaggi e salumi. Non è lontana “Alla Ruota” a Mazzano di Negrar: si mangia su una terrazza con vista sui vigneti, la lista dei vini annovera lo storico Mazzano di Masi. Se cercate pasta fatta in casa, brasati e polenta, ecco la trattoria “Dalla Rosa Alda”, a San Giorgio di Valpolicella: l’atmosfera è da vecchia locanda, forse, tra i tanti meritevoli, il posto più tipico. “Da Bepi”, a Marano, è particolarmente rinomato il risotto. “Ai Carpini” a Torbe han mantenuto con gusto stilemi da vecchia osteria. L’elegante Verona è vicina. Una visita la merita la “Bottega del Vino”, in via Scudo di Francia 3, una traversa della centrale via Mazzini.