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La Repubblica

Nel bunker è caccia al super vino ... Hong Kong: così il Central Ordnance Munitions Depot della Seconda Guerra è stato trasformato in wine storage. Un giro nel nuovo hub dell’enologia ventiquattro metri sottoterra. Per turisti curiosi ... Ventiquattro metri sotto terra, i dodici metri di corridoio per arrivare all’ingresso, un metro di spessore le mura di cemento: ecco a voi il bunker costruito a Hong Kong durante la Seconda Guerra Mondiale. Il signore elegante entra con la sua smart card, viene accolto da un addetto, scende e scende ancora, apre un’altra porta, poi uno sportello. E recupera la sua preziosa bottiglia di Romanée Conti, che stapperà con i suoi invitati. Nessuna sorpresa: il vecchio Central Ordnance Munitions Depot è stato trasformato in enoteca e wine storage. Un deposito divini, invece che di munizioni affidato alle mani sapienti di Gregory De’eb della Crown Wine Cellars. Esempio suggestivo di riconversione di edifici bellici, è uno dei luoghi-simbolo del nuovo ruolo mondiale di Hong Kong, che si propone a buon diritto come un vero hub dell’enologia. C’è chi colleziona etichette pregiate e le conserva nel bunker. Chi cerca qualche annata speciale e viene a fare shopping qui. O chi vuole solo bere una buona bottiglia in un ristorante con vista. Difficile da credere, per chi non conosce da vicino la realtà di questo posto, ma è così: questa città è un punto di riferimento per gli appassionati cli enologia, esperti, acquirenti avveduti, collezionisti, bon vivant che hanno un motivo in più per fare una visita alla bella adagiata sulla baia. Grazie al crescente interesse per la cucina italiana ma anche alla nuova tendenza ad abbinare cibo orientale e vino, oltre che ad un’avveduta strategia governativa che ha portato all’abbattimento della tassa sull’importazione degli alcolici nel 2008, rendendo molto appetibile il commercio. Dato il suo lungo passato come colonia britannica, HK aveva già da tempo un feeling particolare con i vini di alta gamma. Per i raffinati palati di manager, businessmen, residenti o ospiti dei grandi alberghi di lusso, era indispensabile poter stappare una bottiglia pregiata per accompagnare un pasto di livello (qui, ultimamente, sono fioccate le stelle Michelin, fenomeno unico in Asia). Cinque anni fa, la svolta: Hong Kong decide di abolire la tassa sull’importazione di vini. L’import schizza nel 2012 a +240 percento (da qui al 2016 è prevista una crescita ulteriore di quasi il 10 per cento annuo), mentre nello stesso periodo nascono trenta aziende dedicate allo stoccaggio dei vini. Per la felicità degli appassionati, provenienti soprattutto dalla Cina, che affollano le aste di lotti rari (Hong Kong ha strappato il primato a NewYork per le aste del settore). E ripongono i loro tesori liquidi al sicuro in luoghi supermoderni, dotati di sofisticati metodi per il controllo elettronico di temperatura, umidità e antifurto. Il salone più importante è l’International Wine & Spirits Fair, a novembre: nel 2012 ci sono stati 40mila visitatori e mille espositori. La prossima: dal 7 al 9 novembre 2013. Per il pubblico, l’Hong Kong Wine & Dine Festival propone quasi in contemporanea cene e degustazioni.

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