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La Sicilia

E' crisi sempre più nera per il vino francese doc: nelle prestigiose terre del Bordeaux da cinquecento a mille aziende vinicole rischiano la bancarotta … E' crisi sempre più nera per il vino francese doc: nelle prestigiose terre del Bordeaux da cinquecento a mille aziende vinicole rischiano la bancarotta. Non riescono a smaltire le scorte delle ultime annate e c'è il timore che la situazione si aggravi con il lancio, ormai imminente, delle bottiglie 2004. Medoc, Saint-Emilion, Sauternes, Fronsac, Margaux: in Aquitania, la fertile regione di Bordeaux aperta ai venti dell'Atlantico, un po' tutti i produttori di vino si lamentano. Il calo nelle vendite è molto preoccupante e il fondo non sembra ancora toccato. Nemmeno le etichette più altisonanti degli «chateux» («castelli», così si fanno in genere chiamare le aziende vinicole più affermate) sono al riparo dalla burrasca.
Le cifre sono allarmanti: nel 2003 le esportazioni sono scese del 9% e il consumo interno del 2%. Il 2004 non si preannuncia migliore.
Un dirompente insieme di fattori, strutturali e congiunturali, spiega la crisi e rende difficile la ricerca di una soluzione. Il primo fattore è senz'altro un trend generale: un po' ovunque la gente beve meno vino. La Francia, che per decenni ha dominato il business enologico, si trova poi alle prese con la concorrenza sempre più agguerrita degli avversari tradizionali (Italia e Spagna) e soprattutto dei nuovi arrivati: Australia, Cile, California, Sudafrica. Per il vino sfornato nel Paese di Asterix le cose vanno piuttosto male sul più ghiotto mercato estero, quello nordamericano: pesano il forte apprezzamento dell'euro sul dollaro e soprattutto il boicottaggio del «made in France» scattato in Usa a causa dei fortissimi attriti tra Washington e Parigi per la guerra in Iraq.
Al calo dell'export contribuiscono due handicap aggiuntivi: la Francia propone molti vini ormai non più in sintonia con i gusti correnti ed emergenti (quelli di Bordeaux sono sovente troppo acidi) e confonde i clienti con un'incredibile babele di etichette comprensibile soltanto ai più raffinati intenditori.
Anche sul fronte interno, monsieur Dupont dà sempre meno soddisfazione ai viticoltori: «colpa» delle incessanti campagne salutiste, «colpa» in particolare del drastico giro di vite nei confronti di chi si mette al volante dopo aver alzato il gomito. Come se non bastasse, il Bordeaux è stato due mesi fa al centro di un imbarazzante scandalo: un grossista, messo sotto processo per frode, ha raccontato come sia pratica spesso comune vendere sotto quella etichetta un miscuglio di vini disparati, di origine nient'affatto controllata.

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