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Le Ue stabilisce le linee guida per i negoziati sulla Brexit con il Regno Unito, nel segno del “libero scambio”. Miles Beale (Wine & Spirit Trade Associatiom): “segnale importante per la stabilità del business del vino e degli spirits in Uk”

Sembrano diradarsi, almeno per ora, le nubi che la “Brexit” aveva gettato sul mercato del vino in Uk, fondamentale per il commercio enoico e terzo Paese obiettivo per le etichette del Belpaese, che nel 2017 ha esportato nel Regno Unito oltre 800 milioni di euro tra spumanti e vini fermi (dati Istat): nei giorni scorsi, i leader Ue avrebbero redatto un documento con le linee guida sul futuro rapporto tra l’Europa e Londra, che prevede, in sostanza, una collaborazione basata sul libero scambio. Questo ovviamente non vuol dire che il percorso sarà semplice e che non ci saranno, in generale, conseguenze sui mercati, anche dopo il periodo di transizione che servirà alle negoziazioni, da qui al 2020.
Ma è un segnale positivo, accolto con grande favore anche dalla Wine & Spirit Trade Association, da subito una delle associazione inglesi più attive nel sollevare le attenzioni sulle possibili ripercussioni negative di uno scontro aperto sul business enoico in Uk (il cui valore complessivo, nel 2015, ultimo dato disponibile, era stimato in oltre 28 miliardi di sterline, dati Vinexpo ed Iwsr), e anche sulle esportazioni di distillati Uk che nel 2016 hanno toccato i 4,9 miliardi di sterline (dati Wsta).
“È una notizia che dimostra buona volontà da entrambe le parte ed è un passo decisivo per garantire alle imprese del settore la stabilità di cui hanno bisogno”, ha commentato il chief executive della Wsta Miles Beale, “le linee guide stabilite dall’Ue sono le benvenute”.

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