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L’espresso

Di bianco e d’arancio ... In una terra di grandi rossi come Montalcino, il bianco sta raccogliendo l’interesse di diversi produttori, anche se manca ancora il colpo d’ala. Che, però, potrebbe prima arrivare con la prima annata (2010) di Biancospino, il vino frutto della sfida delle gemelle Francesca e Margherita Padovani, già sugli scudi come bravissime produttrici di Brunello sotto l’etichetta Fonterenza ( www.fonterenza.it). L’occasione arriva con l’acquisizione di un vecchio vigneto sul Monte Amiata, con piante di oltre 70 anni ad alberello: da qui l’idea di dar vita a un bianco fatto alla maniera tradizionale, quindi senza tecnologie e con solo uve autoctone (malvasia, trebbiano ravanese e procanico), naturalmente biologiche. Queste macerano per 15 giorni, quindi fermentano e affinano dieci mesi in barrique di terzo passaggio, dove il vino svolge anche malolattica. Il risultato è un bianco unico già nel colore aranciato, fresco e molto articolato a patto di saperlo assaporare con pazienza. È animato soprattutto da note agrumate, in una rotonda gustosità che cattura e appaga. Peccato ne abbiano prodotto solo tre barrique, 948 bottiglie per la precisione.


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