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L’espresso

Spiriti all’asta ... Ha iniziato a collezionare grandi liquori a 23 anni, su prescrizione medica. Fatta non a lui, ma al padre, agiato intenditore e consumatore, cui il medico di famiglia proibì di continuare a bere. Da allora (1970) mr. Bay van der Bunt (che a sua volta beve pochissimo e, dice, solo per godere aromi eccelsi) ha continuato con passione a conservare e comperare: da Christie’s, Sotheby’s, e nei migliori locali di New York, Parigi, Londra, di cui è da decenni ricercato cliente. Ora però è giunto anche per lui (e senza ricetta medica) il momento di smettere: la sua raccolta, 5 mila pezzi, la più importante al mondo, richiede troppo spazio, cure e denaro. E van der Bunt venderà. In blocco, all’asta, per 6 milioni di euro. Prezzo spiegabile se si tiene conto che nel pacchetto (2.900 cognac, cento Armagnac datati tra il 1700 e il 1900, e poi Porto, whisky e Madera pure eccezionalmente vecchi e ‘nobili”) c’è del Brugerolle 1795, il cognac che Napoleone portò con sé in Russia per brindare dopo le battaglie vinte (e non ne bevve molto...) e cognac già di George Washington. Una sola bottiglia, pur preziosa, non sarà venduta: un Remy Martin 1760 ricevuto da Bay in dono a 20 anni da suo padre, cui a sua volta l’aveva donata il nonno. Per un van der Bunt equivale a uno stemma di famiglia.

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