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L’espresso

Abruzzo reloaded ... Dopo il boom del Montepulciano, ora il mondo comincia ad apprezzare anche i vini meno noti. E le specialità del territorio. Dalla pasta Verrigno allo zafferano dell’Aquila ... C’era una volta l’Abruzzo dei vini senza pretese. Sulla spinta del Montepulciano, il rosso caldo e potente reso famoso da Gianni Masciarelli e da altri eccellenti produttori (Valentini, Praesidium, Pepe), oggi il mondo sta imparando ad apprezzare i rossi e i bianchi della regione. Qualche assaggio dalla guida “I vini d’Italia 2014” dell’Espresso: spiccano i 19 ventesimi del Trebbiano d’Abruzzo 2011 di Emidio Pepe. nonché i 18.5 ventesimi di altri due grandi Montepulciano d’Abruzzo, il Mazzamurello 2010 di Torre dei Beati e la Riserva 2008 di Praesidium. Ma il vero exploit e rappresentato dall’”altro” Abruzzo, quello dci vitigni autoctoni, che trainano l’export dei vini italiani come dimostra l’incremento del 24 per cento delle vendite di Pecorino nel 2013 (proiezioni (Mldlretti), l’uva a bacca bianca originaria delle valli tra Marche e Abruzzo,e la riscoperta di vitigni abbandonati da decenni: Passerina, Cococciola, Monrònico. A tal punto che, quando il consorzio di tutela dei Vini d’Abruzzo, insieme ad altri tre consorzi regionali (Colline Terarnane. Doc fulluin e Ortona Doc), di recente ha invitato a visirare le cantine abruzzesi un nutrito gruppo di giornalisti di mezzo pianeta (dal quotidiano britannico “The Guardian” al “South China Morning Post” di Hong Kong), nn ha avuto problemi a raccogliere adesioni. Li successo del Montepulciano simboleggia la nostra gioia e il nostro travaglio”. afferma Tonino Verna, presidente del consorzio di tutela Vini d’Abruzzo, 200 associati e 150 milioni di bottiglie prodotte: “In passato si è imposto nel mercato americano per l’ottimo rapporto qualità-prezzo. Ora deve riposizionarsi come sino d’eccellenza, anche nel rapporto qualità-valore”. Che l’Abruzzo abbia cambiato passo, si capisce anche da altre iniziative. Come l’alleanza tra l’azienda agricola Valentini, produttore di ottimi vini a Loreto Aprutino, e l’Antico pastificio rosetano Verrigni, a Roseto degli Abruzzi, che utilizza il grano Valentini per una linea di pasta tana italiana. Su Ogni confezione vengono riportati il luogo di produzione del grano, il mulino, il pastificio e l’annata della trebbiatura. Con la stes5a filosofia, le aziende collaborano per la promozione di altri prodotti del territorio tra cui lo zafferano dell’Aquila Dop, l’oro rosso risorto dalle ceneri negli anni Settanta e oggi coltivato nel territorio di 14 comuni, tra 350 e mille metri nella zona del capoluogo abruzzese. Ogni anno la cooperativa Altopiano di Navelli, il maggiore dei cinque soci del consorzio, produce dai 50 ai 70 chili di zafferano (un chilo può arrivare a costare 35 mila euro) e li esporta nei cinque continenti, da Dubai al Canada, dagli Stati Uniti al Nord Europa.

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