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L’espresso

Se il vigneto vibra l’uva è al sicuro … Quella del 2018 sarà la prima vendemmia di Cabernet franc protetta dai parassiti a suon di vibrazioni. Per disturbare la comunicazione amorosa delle cicaline come lo Scaphoideus titanus, che vivono e si accoppiano sulle viti cui possono trasmettere la flavescenza dorata i ricercatori della Fondazione Mach di San Michele all’Adige (Trento) stanno sperimentando un nuovo approccio, pulito, che con la chimica non ha niente a che fare Spiega Valerio Mazzoni, responsabile del gruppo di entomologia agraria alla Fondazione Mach e coordinatore dello studio: “Moltissimi insetti comunicano a suon di vibrazioni, in particolare durante il corteggiamento che precede l’accoppiamento. Noi cerchiamo di disturbare questa comunicazione amorosa nelle cicaline della vite, per impedire la deposizione delle uova e ridurre così la trasmissione della fitoplasmosi che danneggia i vitigni”. Mazzoni è pioniere di una nuova disciplina chiamata biotremologia, che afferisce alla bioacustica. L’azione di disturbo è esercitata per mezzo di un mini - shaker. Questo strumento emette una vibrazione di particolare lunghezza d’onda, non udibile dall’orecchio umano ma captabile dagli insetti tramite il loro organo subgenuale, un insieme di neuroni preposti a recepire gli stimoli meccanici, situato all’apice della tibia (ebbene sì anche gli insetti hanno una tibia, anzi, sei: una per ogni zampa). Dai pali di sostegno delle viti il tremito si propaga ai tessuti delle piante, che non risentono della vibrazione. Le cicaline, che invece sono indaffarate nel corteggiamento, ne vengono disturbate. E interrompono la relation amoureuse. II primo vigneto vibrazionale partirà proprio in questi giorni e sarà un esperimento in campo aperto. Preceduta da anni di ricerche in laboratorio e da test in campo protetto, con insetti confinati da reti su piante singole, la sperimentazione passa ora in un vigneto commerciale. A fare da field test un intero vigneto di Cabernet franc, un ettaro e mezzo, circa 50 filari, che sarà teatro di questo concerto antiparassitario. La cicalina, lunga pochi millimetri, può causare danni diretti e indiretti. Quelli diretti derivano dalle punture di suzione della linfa. I danni indiretti sono invece causati dalla possibilità di trasmissione del fitoplasma della flavescenza dorata, malattia subdola la cui incubazione può durare anni in modo latente, e che porta alla degenerazione della vite, seccando le infiorescenze e producendo grappoli raggrinziti e deformi. Le uova vengono deposte fra luglio e agosto e si schiudono a maggio dell’anno successivo, quando le larve affamate iniziano il loro lavoro sistematico. Importato accidentalmente dall’America a metà del XIX secolo, lo Scaphoideus titanus con il suo parassita endogeno ha lentamente invaso l’Europa, causando danni ingenti in Francia e successivamente anche in Italia. Nel nostro Paese i primi episodi di flavescenza risalgono agli anni ’90, quando la malattia è comparsa in Veneto, diffondendosi poi in tutto il Nord Italia, ad eccezione della valle d’Aosta, fino a raggiungere l’Emilia. Se una pianta di vite si ammala, in base al decreto del 31/5/2000 andrebbe estirpata, mentre sul fronte prevenzione sono obbligatori gli insetticidi. Non usando i feromoni (ormoni odorosi) per la comunicazione, questo insetto deve essere contenuto per forza a suon di chimica, cosa che rappresenta un bel problema per molti viticoltori, specie per chi pratica l’agricoltura biologica e biodinamica. Mazzoni e collaboratori studiano da anni il linguaggio delle cicaline e hanno costruito una prima bozza di dizionario cicalese, in cui a particolari pattern vibratori corrispondono specifici messaggi. “Anche se la lingua principale è sempre quella, ogni specie ha un suo dialetto, e ogni individuo un fraseggio particolare”, spiega Mazzoni. (E in questi anni siamo riusciti a registrare schemi vibratori che si ripetono, attribuendo loro un probabile significato”. Dal tipo di vibrazione gli insetti capiscono se il partner che manda il segnale è grosso, attraente e in salute, o poco adatto alla riproduzione. E possono dirsi “dove sei?”. oppure “sei bello; mi piaci” e ancora “ok: affare fatto”, ma anche “vai via da qua”. “Conoscendo le parole dell’amore possiamo usarle come trappola, cambiarle o semplicemente interferire”, spiega Mazzoni. Per i primi risultati si dovrà aspettare maggio 2018. Nel frattempo, il dispositivo sviluppato assieme all azienda Biogard ha iniziato la sua opera, e i vigneti attorno a San. Michele all’Adige... tremano.

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