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L’export agroalimentare italiano nel primo semestre 2023 sfiora i 32 miliardi di euro: +8,6%

Analisi Coldiretti (su dati Istat): +15,5% in Francia, ma bene anche Gran Bretagna (+12,6%) e Germania (+11,6%). Vino al top
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Il made in Italy agroalimentare

L’export agroalimentare italiano, nel primo semestre 2023, sfiora i 32 miliardi di euro in valore, mettendo a segno una crescita dell’8,6%, nonostante le tensioni internazionali sugli scambi mondiali di beni e servizi legati alla guerra in Ucraina. Emerge dall’analisi Coldiretti, sui dati Istat sul commercio estero a giugno 2023, che evidenziano un balzo per l’alimentare che a metà dell’anno, sullo stesso periodo 2022, è stato capace di cresce a velocità doppia rispetto al dato generale delle esportazioni.

Tra i mercati principali, la crescita più netta per il Made in Italy agroalimentare si registra in Francia, con un aumento del 15,5%, davanti a Gran Bretagna (+12,6%) e Germania (+11,6%), che resta, comunque, il principale mercato di sbocco, secondo Coldiretti. Ma il cibo tricolore va forte anche in Russia, in aumento del 10,5%, e in Cina (+3,2%). Tra i prodotti il re dell’export si conferma il vino, davanti a frutta e verdura fresca, ma recitano un ruolo importante anche pasta, formaggi, olio d’oliva e salumi. Dati che confermano quanto emerso dai dati del Monitor dei Distretti Agroalimentari Italiani - aggiornati, però, al 31 marzo 2023 - curato dalla Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, da cui emerge come la filiera del vino, nel primo trimestre 2023, fosse la prima filiera tra i distretti alimentari per valori esportati, con 1,5 miliardi di euro (qui).

“Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia nazionale serve ora agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo”, sottolinea il presidente Coldiretti Ettore Prandini, ricordando, inoltre, “l’importanza di cogliere l’opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale che ogni anno rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export. Ma è importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati valorizzando il ruolo strategico dell’Ice e con il sostegno delle ambasciate. L’obiettivo - conclude Prandini - è portare il valore annuale dell’export agroalimentare a 100 miliardi nel 2030”.

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