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Luxury 24 / Il Sole 24 Ore

Bollicine che diventano pezzi unici ... I big dello Champagne mobilitano fotografi, designer e stilisti per rendere esclusiva ogni flûte... Nelle stazioni c’è sempre un’atmosfera pulsante di partenze e ritorni. Per chi vuole conferire unicità a questi piccoli o importanti eventi, sotto le volte vittoriane della strepitosa Saint Pancras, appena riaperta a Londra dopo il restauro, c’è un luogo speciale: si tratta del più lungo Champagne bar del mondo, con un bancone lungo 90 metri dal quale si può ammirare il traffico di storie, persone e valige intorno ai binari. Gustare lo Champagne in stazione non è che l’ultimo modo per sottolineare come le bollicine dorate che si rincorrono nelle flûte siano la compagnia ideale per gli attimi più significativi. Per questo ogni maison de Champagne esprime un’anima, prima che un marchio. E non importa che quest’anima sia più seriosa, come quella di Taittinger, o più ludica, come per Pommery: la cosa fondamentale è che significhi unicità.

Allora si può scegliere, come ha fatto Dom Pérignon, di interpellare Karl Lagerferld per fotografare le bottiglie immerse in atmosfere molto glam e filmare uno short movie con Eva Herzigova che ondeggia vestita di bianco nelle stanze di un bellissimo hotel parigino, in compagnia di una flûte.
Oppure, unicità può significare organizzare un torneo di polo e farlo diventare uno degli eventi più ricercati dell’estate britannica: è stata l’idea di Veuve Clicquot-Ponsardin, che nel West Sussex, a luglio, organizza la Gold Cup per un pubblico di aristocratici e super ricchi, felici di incontrarsi sui prati di Cowdray Park.

E se Piper-Heidsieck fa la corte a designer (lo spagnolo Jaime Hayon ha firmato una speciale glacette rossa e molto barocca) e stilisti (il duo olandese Viktor & Rolf ha creato una bottiglia sottosopra per il Rosé Sauvage), Moët & Chandon ha risposto chiamando Roxanne Lowit, la fotografa americana dei party di Andy Warhol, a illustrare il lancio della nuova bottiglia “Be Fabulous”. Negli scatti della Lowit si riconoscono le atmosfere dei club più esclusivi del pianeta, come i londinesi Movida, Pangaea e Boujis, dove nei privée si incontrano spesso amanti del prodotto come Kylie Minogue, Beyonce, Jay-Z e il Principe Harry, pronti a spendere anche 10mila sterline per offrire agli amici una serata a base di Champagne.

C’è da scommettere che tasche così generose sarebbero pronte a concedersi, magari proprio per questo Natale, anche la nuova e costosissima cantinetta verticale in acciaio creata da Porsche Design per Veuve Clicquot, in edizione superlimitata di 15 esemplari. Chi, invece, è convinto che ricercatezza faccia rima con sobrietà preferirà perdersi in lunghe passeggiate fra i vitigni di Reims, Épernay e Châlons-en-Champagne, dove questa bevanda era usata già nel Medioevo dai monaci che la benedicevano per le Messe: sono sempre più ricercati i viaggi che permettono di unire il piacere del palato a quello di un soggiorno in un castello rinascimentale.

In un mondo di consumi capriccioso e altalenante, d’altra parte, il mercato dello Champagne non conosce crisi, anzi, cresce a velocità anche del 50%, come è accaduto nel 2006 in Cina. Adesso oltre la Muraglia, una volta stipati i magnum o le più rare “huitième” nelle cantine, si tratterà di imparare come servirne e gustarne il contenuto. I consigli degli esperti per fortuna non mancano, e suggeriscono all’unisono la semplicità: se le nuance rosa-dorate di uno Champagne risaltano meglio sul fondo di una tovaglia bianca, il suono dell’apertura di una bottiglia deve essere simile a un delicato soffio, tutt’altra cosa rispetto al rituale “botto” di Capodanno. Certo, si perderà l’entusiasmo caotico scatenato dal volo del tappo. Ma il culto silente dell’unicità - è certo - sarà stato onorato ancora una volta.

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