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Torna a crescere l’export del vino italiano ... Il vino italiano inverte la rotta e, dopo cinque annate, torna in positivo. Nel 2005, secondo le stime fornite dalla Cia, le bottiglie made in Italy vendute oltre confine sono aumentate del 10,71%, portando il giro d’affari al 5,1% in più. "Non siamo ancora ai 18 milioni del prima-metanolo o del 1994, ma ci stiamo avvicinando a passi svelti - spiega l’associazione - arrivando quasi a toccare i 15 milioni di ettolitri nell'annata appena passata, per un valore record di quasi 3 miliardi di euro".

Vino che viene apprezzato in ben 175 paesi stranieri e che ha conquistato soprattutto il palato di Europa e Usa, che assorbono ben l’85% delle esportazioni.

La Germania, per esempio, ha importato da sola più di 5 milioni di ettolitri per un valore vicino ai 700 milioni di euro, attestandosi come principale mercato, mentre gli States, con circa 2 milioni di ettolitri ed un valore superiore ai 700 milioni di euro, è diventato il paese di maggiore valorizzazione del nostro prodotto.

Ottimi e tradizionali clienti si confermano poi il Regno Unito, la Francia, la Svizzera, i Paesi Bassi e l'Austria, mentre un ‘vero boom’ lo ha segnato la Repubblica Ceca, con oltre 300 mila ettolitri importati, il doppio rispetto al 2004.

Mercati interessanti sono poi, ricorda la Cia, quelli in lieve ma costante sviluppo come l'Irlanda, la Danimarca, la Spagna, la Polonia, la Slovacchia e l'Ungheria, mentre fuori dall’Ue vi sono la Russia, il Brasile, la Norvegia, il Messico, la Thailandia, la Cina, l'Albania, la Romania e l'India, fra i paesi terzi.

Unici in controtendenza tra i primi dieci clienti il Canada ed il Giappone, dove più forte si è rivelata la concorrenza australiana e, fra i restanti paesi vi sono la Grecia e la Svezia dove i vini spagnoli stanno rivelandosi concorrenti temibili.

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