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Milano Finanza

Ecco le nuove Doc che aiutano il mattone… Fra le più promettenti ci sono alcune aree della Sicilia, vicino a Ragusa e Agrigento, ma anche più a nord, nel Livornese. Nel frattempo nelle Marche, a Matelica… A Scicli, Modica, Ragusa Marina e Altopiano, dal 2003 il valore dei fabbricati rurali è cresciuto del 20-25% all’anno. Una rivalutazione a due cifre, davvero poco consueta. “Merito del successo dei percorsi enogastronomici e dei grandi investimenti di prestigiose aziende vinicole, quali il gruppo Mezzacorona o Zonin, che hanno innalzato il livello qualitativo del vino” ha spiegato Giovanni Gulino, presidente provinciale Fimaa. Le Doc del vino contribuirebbero dunque a far impennare il valore dei rustici circostanti. “La domanda di casali è ormai sostenuta, soprattuto da parte degli stranieri: inglesi, francesi e anche arabi. Si fatica dunque a soddisfarla” commenta l’agente immobiliare ragusano, “I prezzi possono andare da 100 mila sino a un milione di euro per fabbricati da ristrutturare che misurino da 300 a 800 metri quadrati, e col terreno, da 5mila metri quadrati fino a 30 ettari. I più richiesti sono rustici un bagli interni, ideali per insediare un’attività agrituristica o vitivinicola. Sono fabbricati tipici della zona: con muri a secco, fatti di una pietra calcarea particolare, che dura nel tempo e diventa sempre più impermeabile”. A spingere i valori del mattone non sarebbe tuttavia solo il vino, ma anche l’olio con le sue 18 Dop (denominazione d’origine protetta) nella provincia di Ragusa, e i formaggi tipici. Spostandosi più a nord, il prestigio del vino di qualità ha portato alle stelle e reso ancor più introvabili i rustici della Val di Cornia (Suvereto, Piombino, San Vincenzo, Campiglia Marittima, Sassetta, Monteverdi Marittimo) in provincia di Livorno. Il merito è anche in anni recenti di Vittorio Moretti, presidente dell’omonima holding che raggruppa attività turistiche, immobiliari e vinicole (fra cui le cantine Bellavista e Contadi Castaldi) che nel 1997 in questo lembo di terra a cavallo tra Bolgheri e Montalcino, investì nell’azienda Petra, rilevandone quel che rimaneva da un fallimento (circa 65 ettari acquistati per 1,7 miliardi di vecchie lire) e recuperando in un anno i migliori appezzamenti di bosco e vigne. Fino a raggiungere gli attuali 300 ettari. Il tutto per un investimento di 30 milioni di euro. Inclusa la cantina, disegnata dall’architetto Mario Botta. “In quest’area è difficile oggi trovare case coloniche ristrutturate in pietra a vista da meno di 500 mila euro- un milione” ha commentato un agente immobiliare di Suvereto. Il taglio medio è di 200 metri quadrati. “L’offerta qui scarseggia, ormai dagli anni 80, da quando svizzeri e tedeschi acquistarono gran parte dei ruderi abbandonati” ha precisato Antonino Micalizzi, responsabile dell’assetto del territorio e ambiente al comune di Suvereto.
Ma dove si trovano dunque le Doc su cui puntare, quelle che in sostanza stanno contribuendo a valorizzare il territorio e il patrimonio immobiliare? “In Toscana nel breve periodo, in Sicilia nel lungo termine” risponde Attilio Scienza, docente all’Università degli Studi di Milano, uno fra i maggiori esperti di viticoltura a livello mondiale. “La Sicilia farà passi da gigante nel prossimo decennio perché si può comprare ancora a prezzi interessanti, circa 25-30 mila euro per ettaro”. Non a caso il gruppo Mezzacorona dal 2001 ad oggi ha investito 80 milioni di euro per acquisire 300 ettari di vigneto a Sambuca, vicino a Menfi (Agrigento), e 650 ettari a Acate (Ragusa) ristrutturando del tutto uno splendido baglio del 600. “Attenzione però –avverte Scienza – perché non tutte le Doc hanno la capacità di valorizzare il territorio. Quello appena descritto non è un fenomeno ripetibile in Piemonte, dove mancano i terreni liberi, o in Abruzzo, dove gli investimenti sono limitati”. Da sola poi la Doc non garantisce l’apprezzamento dei valori dei rustici. “Bisogna creare delle infrastrutture turistiche” commenta Vittorio Moretti, che nel 1993 ha lanciato a due passi dalla Cantina Bellavista in Franciacorta l’Albereta, albergo che fa parte oggi della catena Relais & Chateaux. (arretrato di MF del 16 settembre 2005)


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