02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Nazione / Giorno / Carlino

Mezzanotte, è l’ora del novello. Arriva il vino che piace ai giovani ... Dalle cantine toscane 2 milioni e mezzo di bottiglie... Piace tanto ai giovani, ma anche alle donne. Perché è fresco, spiritoso ma non troppo, frizzante e brillante, sa di fragola e di ciliegia, è un fidanzato ideale per la pizza in alternativa alla solita birra o alla solita cocacola, ma sposa comunque d’incanto tutta una tavola ricca di profumi e sapori come quella dell’autunno, e si accoppia che è un piacere con i crostacei e i frutti di mare. Senza costare un’esagerazione, tra i cinque e i sette euro a bottiglia, e scusate se e poco. Arriva stasera, a mezzanotte e un minuto. E’ l’ora stabilita per legge per il cosiddetto déblocage, insomma il permesso alla vendita del vino novello. E’ vero che in realtà su tanti scaffali si trovano bottiglie del genere, ma non si può chiamare “novello” quello che esce prima del 6 novembre: tutt’al più, può essere reclamizzato come “vin novo”. Ma non è la stessa cosa, e non sono davvero tigne da puristi: il “novello”, quello vero, si vorrebbe quasi dire quello “doc” anche se una denominazione non esiste, è regolamentato da organismi preposti, da noi la tutela è affidata all’istituto del Vino Novello Toscano. E la data del 6 novembre non è stabilita a caso, perché è frutto dell’alchimia in cantina, dove i misteri della natura trasformano l’uva nel nettare rosso. Nel caso del novello, con una tecnica speciale, la macerazione carbonica, che consente al prodotto di acquistare gradevolezza già dopo poche settimane dalla produzione, e che si fa sugli acini interi per conservare appunto profumi e i sapori caratteristici di questo vino, detto ‘faccia da clown” proprio per la sua allegria, la sua simpatia. Profumi e gusto che vengono dalle uve utilizzate: il sangiovese, principe dei rossi toscani, certo; ma anche il canaiolo, il syrah, il colorino, magari il mammolo e il ciliegiolo, e il ruffianissimo merlot. E il gamay, che è anche l’uva con cui si produce il grande rivale del novello italiano, il beaujolais nouveau francese, in commercio però - anche in questo caso per legge - dal terzo giovedì di novembre, che quest’anno cade il 15.

Grande rivale, sì, ma la partita è persa in partenza, almeno nei numeri: il beujolais nouveau vale 130 milioni di bottiglie bevute nel mondo intero, il novello italiano può arrivare a 16 milioni di bottiglie, con un fatturato per le aziende che sfiora gli 80 milioni di euro. Per la Toscana, seconda produttrice d’Italia, che con il Veneto copre la metà del prodotto nazionale, significa più o meno 2 milioni e mezzo di bottiglie, un business da una quindicina di milioni di euro, anche in una vendemmia ‘povera” come quest’anno: ma d’altra parte per le tredici aziende che fanno parte dell’istituto (dentro ci sono anche big come Antinori, Banfi, Frescobaldi) il novello non è un giocattolo o un sottoprodotto, e ha le sue brave uve destinate. L’invasione del novello sulle nostre tavole durerà sei mesi: come tutte le cose giovani, dura poco. Ma si fa sentire. Intanto, ci sono le sagre. La prima a sbucare dal calendario è quella di Cenaia di Crespina, in provincia di Pisa: comincia domani, finisce domenica 11, si beve, si mangia, c’è musica e arte varia (info 050-643996 e www.cantinacollinepisane.lt). Sabato e domenica riflettori anche su Montespertoli, provincia di Firenze, con lampredotto, castagne e tanti altri sfizi. Sempre sposati al novello (info 0571-609412).

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024