02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Nazione / Giorno / Carlino

Il Gambero Rosso licenzia in tronco il suo fondatore Bonilli ... Stefano Bonilli, fondatore del Gambero Rosso, una delle più note guide gastronomiche, ma oramai anche canale satellitare di cucina per Raisat sulla piattaforma Sky, da ieri non è più direttore editoriale del gruppo e direttore della rivista mensile. A rendere nota la notizia, lo stesso Bonilli, che, nel denunciare anche il contemporaneo oscuramento del suo blog Papero Giallo, ha spiegato di essere stato licenziato “in tronco per giusta causa”, poiché, secondo la società Gambero Rosso, “avrebbe danneggiato” il gruppo con dichiarazioni “contrarie alla linea editoriale”. Al suo posto, Daniele Cernilli, già condirettore della rivista, e compagno di avventura di Bonilli fin dagli esordi. Tra i commenti, quelli di Fulvio Pierangelini e Gianfranco Vissani, i due cuochi più famosi d’Italia. “Si sapeva e lo sapeva anche lui non è stato un fulmine a ciel sereno. Ma forse i metodi sono stati un po’ estremi. Bonilli ha inventato il Gambero Rosso, ma era finita l’era romantica e sono subentrati problemi economici e commerciali” il commento di Fulvio Pierangelini. “Bonilli era un po’ l’anima del Gambero Rosso però tutti siamo importanti e nessuno indispensabile. Sicuramente faranno lo stesso una Guida all’altezza. È una struttura forte”, il commento di Gianfranco Vissani.
La storia si ripete. Chi segue le vicende di piatti e guide ricorderà. Era successo alla “Guida dell’Espresso”, con il licenziamento di Edoardo Raspelli, il più autorevole critico enogastronomico d’Italia, sostituito a sorpresa, dal suo vice, Enzo Vizzari. La vicenda si ripete oggi, identica, e nelle stesse modalità, con l’avvicendamento Bonilli-Cernilli. Cosa sarà, non si sa. Certo che a guardare a come è andata a finire la vicenda Raspelli-Vizzari, non
c’è da essere ottimisti. L’era raspelliana era stata stagione di successi senza eguali, con la “Guida dell’Espresso” che era arrivata addirittura a insidiare la leadership della “Guida Michelin”, grazie alla notorietà e all’autorevolezza del critico di Bresso. L’era Vizzari, ancora non conclusa, è caratterizzata da un imbarazzante anonimato, determinato dalla scarsa notorietà del goloso di Biella, ma soprattutto dall’incredibile sequenza di flop inanellati nelle ultime edizioni. Ricordate? A minare pesantemente l’autorevolezza della guida, errori come lo scandalo del “chi copia chi”, con la pubblicazione di recensioni che apparivano identiche sulla “Guida dell’Espresso” e Michelin. Come la “perla” della pubblicazione della scheda in cui era raccontato con dovizia di particolari e giudicato con un brillante 14/20, quel ristorante “Casa veda” di Abano Terme, ahinoi, chiuso da una vita. O come quella che si può considerare la chicca delle chicche, che è stata la pubblicazione di una recensione di un ristorante, il Duomo di Alba, che neppure aveva incominciato a lavorare.
Abbiamo ricordato la vicenda Raspelli Vizzari, non certo per dire che al Gambero Rosso le cose andranno allo stesso modo. No. Tuttavia, la verità è che Bonilli, come Raspelli, fa parte di quei personaggi che han contribuito a fare grande l’enogastronomia italiana, non solo perché giornalisti veri, ma perché dotati anche di altri talenti, ovvero carisma, capacità imprenditoriale, autorevolezza. Bonilli, come ha fatto Raspelli, da oggi, ne siamo certi, con la sua fantasia, saprà inventarsi l’ennesima, intelligente, appassionante, avventura di successo. Per Cernilli è l’ora della verità. A lui, il compito di ripetere l’impresa riuscita a Bonilli, di far andare il Gambero, non indietro, ma avanti.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024