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Nazione / Giorno / Carlino

Cinghiali e caprioli devastano le vigne. E il Chianti insorge (1) ... Fosse per loro, daini e caprioli, il vino non arriverebbe sulla tavola. Si accontentano di mangiare a primavera i germogli dei grappoli e, quando sono ancora piccole, le viti tutte intere. Così, l’assemblea del Consorzio del Chianti Classico ha deciso una settimana fa di promuovere una causa di risarcimento a favore di tutte le aziende associale che possano dimostrare i danni: ad oggi sono oltre un centinaio, ma il dato sembra ri guardare il 50% dei soci. Gli ultimi vigneti devastati sono stati visitati ieri mattina a Castellina dai tecnici consortili. Intanto, i danni saranno richiesti alle Province di Siena e Firenze, ma l’azione sarà più estesa. Infatti, spiega il direttore del Consorzio, Giuseppe Liberatore, sarà rivolta anche ad altri enti che hanno competenza nel settore: Regione ed Atc (ambiti territoriali di caccia).
Questi sono gli ultimi sviluppi, ma Liberatore afferma che già “dalla vendemmia 2007 abbiamo chiesto ai nostri soci di documentare i danni che subiscono. Nonostante i nostri allarmi poco o nulla è stato fatto”.

“I caprioli - prosegue il direttore del Consorzio - non facevano parte dell’ecosistema del Chianti, e i cinghiali che oggi sono nel nostro territorio provengono dall’Europa dell’Est, ben diversi da quelli nativi. I danni per le aziende aumentano”. Il presidente, Marco Pallanti, in questi giorni in Giappone, ribadisce quanto già illustrato alle stesse Province: parla di “difficoltà in cui ora si trovano tante aziende a causa della devastante azione dei caprioli sui vigneti della Docg”. “Abbiamo ricevuto decine e decine di segnalazioni da parte di nostri associati. Senza interventi tempestivi, in poco tempo l’azione dei caprioli può compromettere in maniera irreversibile la produzione, con un rilevante danno economico. Danno del tutto imputabile all’assenza di degli Enti e delle istituzioni preposte”. Bisogna, spiega Pallanti, “contenere il numero dei caprioli entro i limiti fisiologici consentiti dal nostro ambiente”. “Alle sollecitazioni del presidente - riprende Michele Cassano, funzionario del Consorzio - non è stata data alcuna risposta. L’assemblea quindi ha deciso per l’azione risarcitoria. Proprio in questi giorni è in corso la valutazione dei danni. Abbiamo almeno un centinaio di aziende con ettari di vigneti devastati. Sappiamo per certo che anche alcuni boschi soffrono per le scorribande di daini e cinghiali, ormai fuori controllo. Abbiamo riscontrato gli ultimi danni stamani (ieri per chi legge, ndr) in due aziende di Castellina. Nessuno vuole un abbattimento indiscriminato deidaini. Chiediamo
che il loro numero sia riportato a un livello tale da ricreare equilibrio sul territorio. Sono state infatti importate negli ultimi 15-20 anni specie animali totalmente estranei al Chianti”.

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