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Nazione / Giorno / Carlino

Ecco ‘Spark’, il metodo tutto toscano per fare spumanti. Anche alla spina ... Chi l’ha detto che la Toscana non è terra da buoni spumanti? Qualcuno, in verità, ci ha provato, e con buoni risultati. A meno che il problema non stia tutto nel metodo. Ma anche per la Toscana arriva ora la novità tecnologica: prende spunto dai vantaggi e dagli svantaggi del metodo tradizionale (la dizione champenoise non può essere più usata) che punta sulla lentissima rifermentazione in bottiglia e dal metodo Charmat che invece cerca la rapidità grazie alla “presa di spuma” in una autoclave.

La terza via si chiama (guarda caso) “Spark”: è un’idea di Osvaldo Cavalzani, amministratore della Cavalzani Inox di Calenzano, che insieme al mastro vinaio veneto Fabrzio Zardini ha progettato una “champagnotta” in acciaio da 35-50 litri, con una valvola che agevola la sboccatura e l’immissione del liqueur d’expédition’. Ha capienza ideale per rendere uniforme il prodotto, può migliorare la qualità anche di vitigni meno nobili, facilita la lavorazione in qualunque ambiente perché l’acciaio non lascia passare la luce. Lo spumante, così, può essere inviato all’imbottigliamento, o consumato in diretta, alla spina.

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