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Nazione / Giorno / Carlino

Vini d’Oriente … Anche un prodotto che non appartiene alla tradizione asiatica, quando si converte in strumento di business trova in Estremo Oriente la sua destinazione migliore. Alle ultime aste per vini pregiati, Hong Kong, ha superato per valore di vendite Londra e New York, dove le case d’asta finora trovano i profitti migliori. Nell’ultima seduta di ottobre, nell’ex colonia britannica Sotheby’s in un week-end ha battuto ordini per quasi 8 milioni di Usd, il 28% in più delle previsioni. Ha venduto i vini di 2 collezionisti statunitensi ad un pubblico composto interamente di Cinesi: di Hong Komg, di Taiwan, della Repubblica Popolare. L’assegnazione più eclatante ha riguardato una bottiglia Imperiale (6 litri) di Chateau Petrus 1982, venduta per oltre 93.000 Usd. La supremazia di Hong Kong si spiega con una volontà precisa e recente dell’Esecutivo di HK di diventare la capitale mondiale del vino pregiato ed un importante centro internazionale di commercio del vino attraverso l’abolizione lo scorso anno dei dazi all’importazione che limitavano grandemente la circolazione di alcolici. Come d’incanto ci sono riusciti al primo colpo, senza morti o feriti sul campo. Da allora Sotheby’s e Christie’s hanno iniziato per i vini le stesse vendite che tradizionalmente organizzavano ad Hong Kong per l’arte e l’antiquariato. Ha poi svolto un ruolo decisivo lo spostamento delle capacità d’acquisto, soprattutto per prodotti costosi, nell’Asia Orientale. Si tratta dello stesso fenomeno che sta investendo il macro settore del lusso. Le maggiori disponibilità economiche e la volontà di affermare il proprio successo sono alla base del massiccio riassetto dei marchi più prestigiosi. Mentre le metropoli occidentali registrano una nuova frugalità come stile di vita, inediti status symbol si affermano in Estremo Oriente. Il vino, anche a livelli di consumo giornaliero, trova in Hong Kong sia un luogo di consumo che un centro di distribuzione. Pur se il consumo pro capite raggiunge a stento 1 litro all’anno, l’aumento negli ultimi è stato importante. Dimostra che il consumo ha valicato i confini ristretti della città cosmopolita, che si compiaceva delle contaminazioni occidentali pur se completamente cinese. Oggi il vino non è confinato negli alberghi di lusso o nei ristoranti più cari. Ed è chiaramente una scommessa, con margini di crescita inesplorarti.

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