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Vino, le regole d’oro: “Mai a digiuno. E al massimo due bicchien al di” ... I consigli del professor Giorgio Calabrese... Un vero e proprio alimento. Viene così definito il vino da Giorgio Calabrese, docente di Nutrizione umana presso l’Università Cattolica di Piacenza e, dal novembre scorso, presidente di Onav, l’Organizzazione nazionale assaggiatori di vino. “La scelta di Giorgio Calabrese come presidente - è spiegato nel sito www.onav.it - indica la ricerca di una guida che possa promuovere una corretta conoscenza del vino e delle tematiche attuali del mondo enoico”. Un’ottica dunque che impone un innovativo modo di pensare e comunicare questa cultura tipica del nostro Paese. “È necessario ricordare che il vino non è altro che un alimento liquido - spiega Calabrese - che va comunicato da chi ne ha direttamente il compito in una maniera semplice, corretta e soprattutto responsabile. Non a caso Onav ha scelto un nutrizionista come presidente: si vuole porre l’accento su questo aspetto”.

Professor Calabrese, il vino può essere consumato a piacimento?

“Non direi, è importante un uso realmente responsabile. Non lo si può definire “indispensabile” in una dieta equilibrata, ma se viene introdotto nella giusta misura lo si può portare a tavola tranquillamente”.

E questa “giusta misura” come si quantifica?

“In una dieta mediterranea le calorie apportate dal quantitativo di vino bevuto non devono superare la soglia del 7 per cento sul totale”.

Calcolo un po’ complesso da fare a tavola.

“Più semplicemente, in una dieta da 2000 calorie al giorno, direi che due bicchieri circa sono più che sufficienti. Un’accortezza però: mai bere a digiuno”.

Perché?

“L’alcol viene assorbito velocemente da nostro corpo e se lo si consuma senza cibo entra immediatamente in circolo. Mangiando invece viene assorbito più lentamente e il fegato ha tutto il tempo necessario per compiere il proprio lavoro”.

E magari ci si può anche mettere alla guida.

“Certamente. Nessun ritiro della patente per chi non supera queste quantità e aspetta un’ora circa prima di rimettersi al volante. L’alcol dev’essere metabolizzato adeguatamente. Farebbe il bagno al mare dopo un’abbuffata?”.

Idem dicasi per la birra.

“Anche quella da 3 gradi va comunque consumata mangiando, sia chiaro. Chi beve l’acqua si gusta il vino, o birra che sia. Una buona bottiglia non è fatta per dissetare chi pasteggia, ma per essere assaporata e gustata. Questo discorso per non vale per i superalcolici. Sono decisamente contrario a questo consumo disinvolto che se ne fa oggi, anche perché non andrebbero assolutamente assunti quotidianamente. Impongono un lavoro triplo al fegato e stimolano la produzione di insulina”.

Le cronache illustrano una realtà nella quale i giovani, se non i giovanissimi, bevono alcol in tutta tranquillita, e spesso eccessivamente.

“Purtroppo sì. Da parte mia consiglio vivamente di consumare alcol dopo i 18 anni circa. Prima infatti il fegato non è arrivato alla sua piena maturità enzimatica, l’alcol gli sarebbe assolutamente nocivo”.

Le capita di seguire dei ragazzi che hanno un rapporto troppo disinvolto con l’alcol?

“Ho molti pazienti giovani e conosco il problema, ma trovare una ragione precisa è molto complesso. Credo che oggi si mangi e si beva troppo, che le quantità siano aumentate molto e che invece il tempo per curare ciò di cui ci si nutre sia diminuito, paradossalmente”.

Quale potrebbe essere una strategia valida per arginare questo fenomeno?

“Sarò molto chiaro: io vieterei tassativamente l’alcol prima dei 18 anni compiuti. Solo quando diventi maggiorenne puoi votare? Solo quando diventi maggiorenne puoi guidare? E allora solo quando diventi maggiorenne puoi bere”.

Basterebbe un semplice divieto?

“No, certo. Per quanto riguarda la sicurezza sarebbe utile installare degli etilometri fuori da ristoranti, pub e bar, in modo tale che chiunque possa verificare il proprio stato. Naturalmente la comunicazione e l’informazione restano fondamentali. Bisognerebbe organizzare dei corsi nelle scuole per alunni e famiglie. In Italia, dove il gusto per il bere è noto e antico, deve diffondersi anche la cultura del bere bene e responsabilmente”.

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