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Nazione / Giorno / Carlino

Biondi Santi, decano di una terra mitica ... In un libro la storia della famiglia che ha creato l’“oro rosso” a Montalcino... Ricordi personali, che si mischiano con la storia della sua città, vecchie lettere dimenticate e documenti ormai archiviati, ricostruiscono la storia di Franco Biondi Santi, decano dell’enologia, alla guida del casato che ha portato il Brunello di Montalcino tra le più grandi eccellenze del mondo. Grazie alle ricerche e agli studi di Maurizio Boldrini, Andrea Cappelli e Bruno Bruchi, la figura di questo gentiluomo, che è riuscito a trasmettere la passione per il vino nelle sue bottiglie, arriva nelle pagine di “Questa è la mia terra. Franco Biondi Santi, Montalcino e il Brunello”, Protagon Editori, che sarà presentato oggi alle 17 al Teatro dei Rinnovati da Burton Andersen, Duccio Balestracci e Maurizio Boldrini. La stessa introduzione al volume trasmette perfettamente l’anima del grande enologo: “Quando parla della sua terra, di Montalcino e del Brunello, quando descrive quello spicchio di collina, che declina verso la valle, cinta di vitigni di Sangiovese e con al centro la monumentale villa de Il Greppo, gli occhi gli si ravvivano e le mani carezzano quel legno che dà sapore ai suoi vini e sostegno alla vecchia tempra di gentiluomo di campagna. Il fatto è che questa terra è la sua vita e il vino è la catenella d’oro che ce lo tiene legato. Oggi molti fanno vino e i molti vini finiscono, spesso, per somigliarsi. I suoi vini no: nel colore, nel profumo, nel sapore, nell’impasto hanno la tempra d’altri tempi”. Si parla di un legame indissolubile con la proria terra, di attaccamento a quelle tradizioni che insegnano a crescere e che si trasformano nella forza per affrontare le avversità, il ritratto che scaturisce in queste pagine disegna la figura di un uomo che ha dedicato la sua vita a coltivare la passione di famiglia, dove il lavoro diventa un vero stile di vita. È l’anima stessa del Brunello a venire fuori da queste pagine, di questo “figlio” di un abile alchimista, capace di “trasformare gli acini in oro liquido”. E se anche lo stesso Franco Biondi Santi si è commosso leggendo la sua storia nel libro della Protagon, gli autori possono considerarsi soddisfatti del proprio lavoro, sicuri di aver raggiunto l’ambito fine di riportare alla luce e non lasciare nel dimenticatoio quei ricordi che giorno dopo giorno si trasformano in storia: nella storia di un uomo, della sua famiglia, della sua città e del suo amato vino, storie che hanno cambiato e continuano a cambiare le nostre terre, storie di un Brunello che conquistò re e presidenti e che restò nell’indelebile lista dei 12 migliori vini del XX secolo.

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