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Nazione / Giorno / Carlino

…Coldiretti chiede l’etichetta “Difendiamo il made in Italy”… Un terzo della produzione alimentare deriva da materie prime importate…Difesa del made in Italy agroalimentare (con l’etichetta d’origine) e lotta alla contraffazione dove ha un ruolo importante la criminalità. Al Forum Coldiretti di Cernobbio la sicurezza in tavola è stato ieri il tema centrale avvalorato dal rapporto sulle agromafie curato dall’Eurispes e da un sondaggio Swg secondo il quale sei italiani su dieci considerano le frodi alimentari più gravi di quelle fiscali e degli scandali finanziari. Del resto il 33% della produzione agroalimentare venduta in Italia ed esportata, per un valore di 51 miliardi di euro, deriva da materie prime importate (30 milioni di tonnellate nel 2009 con un aumento del 50% in 15 anni), trasformate e vendute con il marchio made in Italy grazie a una legislazione lacunosa. E la possibilità di etichettare come made in Italy prodotti che arrivano dall’estero (i pomodori cinesi nella terra del San Marzano; l’uva fresca a Cuneo, i suini a Milano e Modena) lascia ampi spazi di opacità che favoriscono l’illegalità. Se non tutto il “falso” made in Italy è illegale, cresce quindi il pericolo delle frodi alimentari e delle contraffazioni. D’altro canto, i prodotti italiani continuano a tirare sui mercati internazionali. Secondo Coldiretti, infatti, raddoppiano e oltre le esportazioni di grappa (135%) in Russia, il paese della vodka, aumentano quelle di salsicce in Germania, la terra dei wurstel (23%), e di pasta in Cina, la nazione dove c’è chi sostiene siano stati inventati gli spaghetti (17%). Un successo, quello del made in Italy alimentare, confermato dai dati Istat sul commercio estero del primo semestre del 2010, dai quali emerge che “nei primi sei mesi dell’anno è stato registrato il massimo valore di sempre”. Se il trend dovesse proseguire, “si raggiungerà a fine anno quota 26 miliardi, frutto di esportazioni effettuate per la grande maggioranza nei Paesi dell’Ue, ma anche negli Stati Uniti e nei mercati emergenti come la Cina”. Sul fronte fiscale, “non chiediamo nuove misure - ha detto il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, rivolgendosi al ministro dell’Economia Giulio Tremonti - poichè consideriamo il sistema fiscale agricolo il più avanzato. Occorre però che questo sistema sia mantenuto e con esso quelle misure che durano da decenni e che se dovessero sparire, specie in un momento di crisi come questo, avrebbero pesanti ripercussioni sulle imprese per effetto dell’aumento dei costi del lavoro e di produzione”. Marini ha fatto riferimento alla fiscalizzazione degli oneri sociali nelle aree svantaggiate e alle accise sul gasolio agricole per il quale si registra un aumento del 22%. “Siamo nel momento cruciale della discussione - ha sottolineato - sulla riforma della Politica agricola comunitaria. A Tremonti chiediamo la massima attenzione nella difesa del bilancio agricolo a livello comunitario e a livello nazionale”.

I NUMERI

33 PER CENTO… Un terzo della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia, ed esportati per un valore di 51 miliardi di euro, deriva da materie prime importate, trasformate e vendute con il marchio “made in Italy”

46 PER CENTO… Secondo l’indagine Coldiretti, la cucina e i piatti della tradizione italiana “sono l’aspetto più rappresentativo dell’identità nazionale per il 46 per cento degli italiani”

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