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Nazione / Giorno / Carlino

Brindisi sempre più “bio” … A Milano ‘Semplicemente Uva’, la rassegna che scommette sui vini naturali … Se è vero che sono i piccoli niente’ a costruire le leggende, meglio farsene una ragione: non basterà più finire in bottiglia e avere il colore e il profumo del Barolo, del Lambrusco o del Bonarda per definirsi vero vino’. Serviranno garanzie: provenire da uve cresciute in vitigni risparmiate dai concimi chimici, dai diserbanti, dai trattamenti antiparassitari sistematici; non avere subìto l’oltraggio di tecniche agronomiche invasive e di additivi più o meno legali; avere permesso al succo di diventare nettare degli dei’ i senza l’aiuto di artifici _ esterni, innaturali e oltremodo dannosi. Più che una nuova moda è un’autentica rivoluzione anche per chi non ha gli occhi giusti per apprezzare l’anima oltre che la dimensione del fenomeno bio’ nell’enologia. Perché le buone idee sono contagiose, provocano proselitismo. Ed è meglio così. Segno che la filosofia dell’austriaco Rudolf Steiner, ispiratore dell’agricoltura biodinamica d’inizio ‘900, non è evaporata. Che la crociata portata avanti in tempi più recenti dal francese Nicolas Joly è andata ben oltre i semplici confini del movimento Renaissance des AOC da lui creato. E che l’Italia si sta imponendo fra i Paesi bioentusiasti’, grazie a una serie di consorzi-associazioni ( Vini veri’, VinNatur’, etc.) e di personaggi che da anni si battono per un vino pulito e schietto’. Fra gli altri, il lombardo Andrea Salvetti di Polpenazze e Luca Gargano dell’azienda di distribuzione genovese Velier’, l’inventore della cosiddetta tripla A’, mezza sigla e mezzo acronimo per dire che il vino è innanzitutto la sintesi di contributi che arrivano da produttori capaci di essere insieme artigiani, artisti e agricoltori; e per ribadire che le furberie di chi vende prodotti lontani dai ritmi dettati dalla natura non dovrebbero più avere diritto di affermarsi. Lo si ripeterà anche nei prossimi giorni a Milano, in occasione della rassegna Semplicemente Uva ideata dal gastronauta Davide Paolini e organizzato da ‘Porthos Edizioni’ che terrà banco per tre giorni (da sabato 27 a lunedì 29 novembre) al 15 di via Ventura, rendez-vous di produttori di qualità in una suggestiva location post-industriale di i Lambrate, vecchio quartiere operaio della metropoli lombarda, al centro di recenti interventi di riqualificazione urbanistica. L’APPUNTAMENTO verrà sostenuto da una serie di eventi tematici in diversi spazi della città, enoteche, ristoranti, perfino galleria d’arte. E accenderà i riflettori su un’enologia che sembra coltivare i suoi valori con un rispetto quasi sacrale: per difendere la naturalezza’ del prodotto, ma anche per tutelare il destinatario finale che è poi il consumatore. Utopia da terzo millennio? Sarà! Ma intanto nella sola Italia sono già 45mila gli ettari d vigna coltivati secondo metodi biologici o biodinamici e sono già centinaia di operatori che scelgono d produrre vino senza snaturarlo con artifici esterni. Questione di genuinità e integrità. Qualcuno l’ha già scritto: “Solo l’etica e la bellezza salveranno il mondo”.

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