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Nazione / Giorno / Carlino

Il Torraccia di sartoria ... A dispetto di un nome un po’ rustico. Torraccia del Piantavigna fa vini di sartoria. La stoffa qui si chiama uva Nebbiolo, il grande autoctono piemontese. I 40 ettari di vigna della famiglia Francoli sono tutti consacrati alle uve di territorio: oltre al Nebbiolo, solo Erba luce e Vespolina. Insomma un sano integralismo enologico alla piemontese che qui incontra un territorio aspro. percorso dal vento freddo delle Alpi, che regala forti escursioni termiche. quindi profumi e personalità, I due fuoriclasse della maison. Gattinara (100% Nebbiolo) e Ghemme (Nebbiolo 90 e Vespolina 10), assaggiati nel millesimo 2005, rinverdiscono i fasti dell’Italia del dopoguerra. quando queste due denominazioni erano considerate le migliori espressioni del Nebbiolo, più del Barolo. Bottiglie di grande eleganza. senza inutili forzature (fanno 3 anni di botti grandi). Lo stile austero della scuderia si ritrova anche in questo Nebbiolo basico (si fa per dire) “Ramale”, un cru dal territorio di Ghemme. Al naso regala frutta rossa matura e note speziate; al palato è sapido, asciutto. quasi beverino per il millesimo 2006. E’ il compagno ideale di brasato, polenta e gorgonzola o primi piatti di sostanza (tipo “paniscia” alla novarese). In enoteca sui 14 euro. Ramale 2006. Torraccia del Piantavigna. Info: www.torracciadelpiantavigna.it

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