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VINITALY 2019

Nel 2019 l’obiettivo della Gdo è l’aumento del valore del vino allo scaffale

Tavola rotonda Iri con Federvini, Uiv, Coop e Conad: calano i volumi, il futuro è nella valorizzazione (anche in Germania)
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Il vino in Gdo

Di fronte ad un aumento medio dei prezzi del vino nei supermercati del 6,5%, nel 2018, gli acquisti hanno registrato una flessione del 3,8%, portando cambiamenti significativi nelle dinamiche di acquisto: la riduzione della forbice di prezzo tra vini generici, vini Igt, vini Doc e Docg ha portato ad uno spostamento verso l’alto, con i soli vini Doc e Docg che mantengono le posizioni (-0,7% a volume). L’aumento del valore del vino, che passa per la valorizzazione delle produzioni, e poggia sulla relazione sempre più solida tra Grande distribuzione (Gdo) e consumatore, in questo quadro, è il vero patrimonio da non disperdere costruito in questi anni, la strada su cui, anche per il 2019, deve continuare a viaggiare il vino italiano. Forte, come emerso a Vinitaly dalla tavola rotonda sul mercato del vino nella Gdo, organizzato da Veronafiere con l’istituto di ricerca Iri, (che ha presentato i dati della ricerca analizzata già qualche settimana fa da WineNews) insieme a Federvini, Unione Italiana Vini, Coop e Conad, di esempi come quello del Negroamaro, uno dei vini meglio piazzato nella classifica dei vini a maggior crescita: ha aumentato del 6% il prezzo medio arrivando a 3,37 euro a bottiglia, ha registrato un aumento delle vendite del 9% con un aumento complessivo a valore del 15%.
Sulla “scommessa del valore” si sono espressi positivamente anche Federvini e Unione Italiana Vini. “Sarebbe auspicabile sia da parte dei produttori che dei distributori - ha sottolineato Enrico Zanoni, consigliere nazionale di Unione Italiana Vini e dg Cavit - la gestione di una politica di prezzo correlata più al corretto posizionamento dei diversi prodotti, e meno influenzata dagli andamenti della materia prima nella diverse vendemmie”. “Federvini ed i suoi associati lavorano da tempo lavorato per la valorizzazione del vino, con importanti investimenti nel vigneto ed in cantina. La Grande Distribuzione ed i consumatori hanno accettato la scommessa - ha dichiarato Massimiliano Capogrosso di Federvini - ora occorre andare ancora più in profondità perché ogni segmento raggiunga il giusto punto di equilibrio. Per esempio: abbiamo destagionalizzato il Prosecco, ma rischiamo di riportare gli altri spumanti nell’ambito delle festività”.
“Attenzione a non disperdere nel 2019 quanto di buono costruito nella relazione con il consumatore cercando di comunicare il giusto rapporto tra qualità e prezzo - ha sottolineato Alessandro Masetti, Responsabile settore alimentari e liquidi di Coop Italia - la vendemmia abbondante potrebbe portare ad una maggiore aggressività promozionale che mira a stoccare il consumatore o a stimolarne l’acquisto e il rischio di svalorizzare il prodotto c’è tutto”.
Interessante la strategia di Conad, messa in atto anche per contrastare un anno difficile per il mercato del vino nella Gdo come il 2018: “abbiamo definito un mix di offerta, una pressione promozionale di circa 10 punti inferiore al mercato, e un’oculata politica di prezzi con incrementi decisamente inferiori rispetto alla media del mercato - ha spiegato Alessandra Corsi, direttore Marketing dell’offerta e MDD di Conad - Il risultato per Conad è un giro d’affari di 240 milioni di euro a totale categoria, con una crescita a valore del 6% nel 2018”.
Nella tavola rotonda, inoltre, è stato toccato anche il tema del preoccupante calo di vendite di vino italiano nella Grande distribuzione tedesca, un mercato rilevante per l’Italia: -2,8% in supermercati e ipermercati e addirittura -40% nei discount (dati Iri, a volume anno 2018). “Si tratta di un calo generalizzato del mercato del vino in Germania - ha spiegato Davide Mazzola, Responsabile Vini e Bevande di Metro Italia, azienda distributiva che ha sede in Germania - considerato che il 70% del vino viene venduto tra discount e supermercati. Ormai in Germania si tende a bere solo vino di qualità, e sempre meno a pasto. Dunque bisognerà spingere sui vini premium e sul mercato degli spumanti, molto apprezzati in Germania. E sui vini bio italiani considerati tra i migliori dai tedeschi che importano il 35% del vino bio prodotto in Italia”.

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